Un inverno demografico frutto di una crisi di civiltà I dati Istat confermano il calo di nascite
L’Istat ha inesorabilmente confermato il suicidio demografico della Sardegna.
Secondo gli ultimi dati nel 2019 i nati nell’Isola sono 8.858: rispetto all’anno precedente 580 bambini in meno.
I numeri parlano anche di 9.462 abitanti in meno e un saldo naturale mensile (la differenza tra il numero dei nati e il numero dei morti relativamente ad un periodo determinato) di oltre 678.
Un calo delle nascite che sta interessando il nostro Paese e l’intero Vecchio Continente.
Di questo si è fatto interprete il cardinal Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve e presidente della Cei. «Il calo delle nascite – ha detto – è una vera emergenza italiana. E probabilmente è la più grande emergenza dell’Europa. Non è una questione politica di destra o di sinistra, non è neanche soltanto una questione di soldi o di sgravi fiscali (seppur necessari): è una questione di civiltà. Questo calo della natalità, infatti, è il segno di una crisi culturale che ha radici profonde nel nostro recente passato».
I numeri del recente rapporto Istat sommati al preoccupante dato della Commissione europea, «mette in luce – scrive il porporato – un Continente sempre più vecchio, in cui nascono sempre meno figli».
«Dopo la Seconda guerra mondiale i giovani e i vecchi, nell’Italia della ricostruzione – ricorda il cardinale – avevano dei compiti e delle funzioni diverse ma erano senza dubbio complementari. Tutti svolgevano un ruolo all’interno della “casa comune”, dell’Oikos, come scrive Francesco nella “Laudato si’”», rispecchiando «una visione del mondo, una filosofia della storia e soprattutto un deposito storico-culturale antichissimo che troppo frettolosamente è stato messo ai margini del vissuto quotidiano dell’Europa».
Per il Presidente della Cei esiste «indubbiamente un problema di organizzazione politico-economica dell’intera società, ma ancor prima c’è una grande questione esistenziale e culturale. In tutta Europa, ma forse dovremmo dire in tutto il mondo occidentale, la famiglia e i figli sono considerati nient’altro che un peso, un grosso intralcio all’affermazione e all’autodeterminazione del singolo individuo, un ostacolo alla carriera lavorativa e perfino all’arricchimento personale».
Le parole del cardinale hanno anticipato di qualche giorno l’esito della discussione in Parlamento degli emendamenti al cosiddetto «Decreto Rilancio», approvato definitivamente e diventato legge.
Il presidente del Forum Famiglie, Gigi De Palo, ha commentato alcune istanze del Forum presentate ed accolte: la raccolta di dati reddituali da parte del Ministero della Salute, lo slittamento di un mese per fruire dei congedi parentali o del bonus baby sitter e l’aumento di fondi per le scuole paritarie per fronteggiare l’emergenza sanitaria. «Altri dei nostri emendamenti – scrive De Palo – che contenevano misure che avrebbero aiutato le famiglie sotto il profilo economico, organizzativo, oppure sotto il profilo dell’equità fiscale e sociale, non sono stati purtroppo approvati, nonostante siano stati recepiti e presentati da tutte le forze politiche».
«Possiamo dire – specifica il presidente – che il Parlamento non ha avuto il coraggio di modificare le ingiustizie palesi nei confronti delle famiglie italiane, considerate più come la somma dei lavoratori residenti in una stressa casa che non come soggetto sociale». «Quello che non comprendiamo – commenta De Palo – è il motivo per il quale non si è considerata la composizione familiare per quanto riguarda il “Bonus Vacanze”, il “Reddito di Emergenza” e il “Bonus per le Partite Iva”».
«Lo diciamo con chiarezza – conclude – De Palo – il Governo e la maggioranza hanno perso un’occasione per riequilibrare in modo equo le difficoltà che hanno vissuto le famiglie in questa pandemia». Scelte che suscitano perplessità e che stanno mostrando «una crisi di civiltà», come ha detto il cardinal Bassetti.
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