«Testimoni e Profeti» al tempo del Sinodo
Oggi si celebra la Giornata Missionaria mondiale
L’Ottobre Missionario che stiamo celebrando vede il suo momento culminante nella Giornata Missionaria Mondiale, in questa domenica, e con essa si chiude un triennio tematico iniziato nel 2019, mese missionario straordinario, che aveva come tema «Battezzati e Inviati», nel 2020 «Tessitori di Fraternità» e quest’anno «Testimoni e Profeti».
Il richiamo di quest’anno è particolarmente forte e prende vita dall’esperienza della Chiesa primitiva, riassunta in un versetto degli Atti degli Apostoli: «Non possiamo tacere quello che abbiamo visto e ascoltato» (At 4, 20).
Ed è proprio papa Francesco a ricordare a tutta la Chiesa sparsa nel mondo, che coloro che hanno fatto l’esperienza personale e comunitaria dell’amore di Dio non possono fare a meno di annunciarla e condividerla.
Il cammino che dobbiamo ripercorrere continuamente è quello tracciato in questo triennio missionario.
Tutto inizia dalla riscoperta del nostro battesimo e dalla consapevolezza che ogni battezzato è inviato in missione e che quindi tutta la Chiesa è Missionaria.
Questa consapevolezza deve portarci a vivere la fraternità e la solidarietà fatte di autentica condivisione e che ci fa scoprire la presenza di Cristo in mezzo a noi come è accaduto ai Discepoli di Emmaus.
C’è però un aspetto della nostra esperienza di fede che troppo spesso omettiamo di vivere in pienezza: è la dimensione profetica del nostro battesimo.
È la dimensione più scomoda della vita di un credente, perché include l’esperienza della croce, intesa come conseguenza della fedeltà alla nostra missione.
Il centuplo che Gesù promette a coloro che lasciano tutto per seguirlo include anche la persecuzione.
Seguire Gesù dando la vita per il Vangelo è senza dubbio l’esperienza più bella e straordinaria che possiamo fare, ma non saremo mai autentici testimoni e profeti se dribbliamo la croce.
Oggi più che mai essere autentici Testimoni e Profeti significa fare nostra l’opzione preferenziale per i poveri.
Ciò comporta il coraggio di schierarci sempre dalla parte degli ultimi e degli esclusi del mondo.
Monsignor Helder Câmara diceva: «Nel dubbio stai dalla parte dei poveri».
Sì, quei poveri ai quali è annunciata la Buona Notizia del Vangelo.
Troppo spesso dimentichiamo che Gesù, il Figlio di Dio incarnato, venendo al mondo ha messo subito le cose in chiaro, manifestandosi prima ai poveri ed esclusi identificati nei pastori.
Sono proprio loro, coloro che lo hanno riconosciuto, accolto e adorato per primi.
L’Ottobre Missionario coincide con l’apertura del Sinodo della Chiesa Italiana, che inizia questa grande, bella e difficile esperienza del «Camminare Insieme», per riscoprire la sua identità missionaria, mettendosi in ascolto di tutti e instaurando un sincero dialogo con le periferie esistenziali e con coloro che hanno perso la fiducia e la speranza anche nella Chiesa.
Il cammino sinodale sarà un fallimento se non ci aiuterà a diventare sempre più «Chiesa di Testimoni e Profeti».
Buona Missione a tutti noi.
Don Gabriele Casu – Direttore Centro Missionario Cagliari
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