Simone disse: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte» V Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti.
Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca».
Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti».
Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontanati da me, perché sono un peccatore».
Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono.
Commento a cura di Carlo Rotondo
L’evangelista Luca oggi ci porta sul lago di Gennesaret sempre in Galilea, periferia lontana del regno d’Israele, dove Gesù da inizio alla sua missione.
Gesù vede due barche e sale su di una: Luca ci dice che era quella di Simone che un giorno il Maestro chiamerà Pietro. Insegnava alle folle dalla barca: quel giorno Gesù aveva trasformato una barca in pulpito.
Ed essendovi salito lui stesso, di fatto, quella barca fu una delle prime chiese.
Mi vengono i brividi se tento di attualizzare questa pagina di Vangelo pensando alle migliaia di barche, cariche di uomini, donne e bambini, che affrontano il mar Mediterraneo tutti i giorni nella speranza di essere accolti per una vita nuova.
Gesù sale su una barca per insegnare: perciò conosce il mondo «visto» da una barca.
Gesù non parla dalla comodità di una riva, ma sale sulla barca. Certo è la barca di Simone e , da sempre, tutti diciamo che è la barca della Chiesa.
È vero, bellissima barca.
Ma è anche la barca di Mohamed, di Ismael, di Fatuma, di Shafik e degli oltre 30mila africani affogati nello stesso mare dove navigano le nostre navi da crociera, i nostri yacht, i gommoni e i motoscafi; dove nuotano i nostri bambini e fanno surf i nostri giovani; dove facciamo escursioni subacquee e dove peschiamo il pesce dei nostri pranzi di matrimonio.
Se Gesù sale sulla barca di Simone e sceglie lo stesso Simone per guidare la barca della Chiesa è perché vuole una Chiesa esperta di pesca e … di barche. Sì, la Chiesa di Gesù e di Simone è una Chiesa che non ha paura del mare e che non si stanca di pescare uomini.
La Chiesa di Gesù e di Simone un giorno avrà l’odore delle pecore ma intanto ha l’odore della salsedine e del pesce. Per questo al termine del discorso alle folle si rivolge a Simone: prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca! Stai scherzando Gesù? Simone, stanchissimo e sfiduciato, non crede alle sue orecchie ma ascolta il suo cuore e il suo cuore gli sta sussurrando: «Fidati Simone, fidati».
E Simone si fida: «Ma sulla tua parola getterò le reti». Fu la pesca più incredibile vista da Simone e dai suoi soci, Giacomo e Giovanni.
Da paura anche il dettaglio raccontato da San Luca: «Riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare».
È la stessa cronaca, triste, che leggiamo nei giornali e ascoltiamo ai telegiornali, quando ci raccontano che gli scafisti riempiono i barconi … ma non di pesci.
Allora Gesù alla fine di quella giornata pazzesca chiede un salto di qualità a Simone e compagni: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
D’ora in poi mi servirà la vostra esperienza di pescatori per cercare di fare una pesca ancora più incredibile: quella di portare più persone possibili nella rete d’amore del cuore di Dio.
Penso che Gesù chieda anche a noi lo stesso salto di qualità. Non temere: oggi è rivolto a noi cristiani, Chiesa di oggi. Non temere né il mare , né ciò che arriva dal mare.
Noi cristiani della Sardegna, tra l’altro, non dovremmo mai dimenticare che la Madonna di Bonaria è arrivata dal mare. E soprattutto, cara Chiesa di oggi, non andare a prendere il largo quando ormai è troppo tardi e i pesci … sono già morti.
Allora carissima e amata nostra Chiesa coraggio, non temere, prendi il largo e pesca (che significa salva) più pesci possibili. Con la forza della Sua Parola: leviamo l’ancora, si salpa.
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