Si alzò un grido: «Ecco lo sposo! Andategli incontro!» XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno A)
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli questa parabola: «Il regno dei cieli sarà simile a dieci vergini che presero le loro lampade e uscirono incontro allo sposo. Cinque di esse erano stolte e cinque sagge; le stolte presero le loro lampade, ma non presero con sé l’olio; le sagge invece, insieme alle loro lampade, presero anche l’olio in piccoli vasi. Poiché lo sposo tardava, si assopirono tutte e si addormentarono.
A mezzanotte si alzò un grido: “Ecco lo sposo! Andategli incontro!”.
Allora tutte quelle vergini si destarono e prepararono le loro lampade. Le stolte dissero alle sagge: “Dateci un po’ del vostro olio, perché le nostre lampade si spengono”.
Le sagge risposero: “No, perché non venga a mancare a noi e a voi; andate piuttosto dai venditori e compratevene”.
Ora, mentre quelle andavano a comprare l’olio, arrivò lo sposo e le vergini che erano pronte entrarono con lui alle nozze, e la porta fu chiusa. Più tardi arrivarono anche le altre vergini e incominciarono a dire: “Signore, signore, aprici!”.
Ma egli rispose: “In verità io vi dico: non vi conosco”.
Vegliate dunque, perché non sapete né il giorno né l’ora».
Da questo numero sarà don Carlo Rotondo, segretario arcivescovile, a commentare il Vangelo. Il grazie a suor Rita Lai, per il servizio offerto in queste settimane.
Commento a cura di Carlo Rotondo
La parola di Dio di queste domeniche ci conduce per mano nell’ultimo tratto di strada dell’anno liturgico. E diciamocelo subito: un anno incredibile! Incredibile perché la liturgia e la vita, nonostante il nostro tragico sforzo, non sono due realtà separate ma sono un meraviglioso intreccio dove la congiunzione liturgia e vita può essere tranquillamente trasformata in verbo liturgia è vita! L’evangelista Matteo ci ha accompagnato domenica dopo domenica a riscoprire non il dovere di credere ma la bellezza di fidarci di quell’uomo-Dio chiamato Gesù. Oggi ce lo presenta con l’abito dello sposo a sottolinearne la bellezza, lo charme, il fascino.
Per lui ci sono 10 ragazze ad attenderlo. È bellissimo questo sposo e vale la pena attenderlo.
Matteo, con questa parabola, guarda l’umanità e la rappresenta col volto di 10 vergini: 10 splendide ragazze vergini, pure, col cuore pieno di sogni e di progetti, un po’ spensierate come solo le giovani possono esserlo.
Sono uscite di casa: scendono in strada, si mettono in movimento, incontrano gente, respirano la vita… E vanno incontro allo sposo: sottolineatura interessante perché, solitamente è Dio che va incontro all’umanità, questa volta avviene il contrario, è l’umanità che va incontro a Dio.
Non è roba da poco!
Dieci ragazze bellissime che vanno incontro allo sposo bellissimo: sembra l’inizio di una meravigliosa «favola d’amore»!
È tardi, lo sposo ritarda, i cuori si agitano («perché lo sposo ritarda?»…. «Perché Dio non parla?» «Perché Dio non si fa vedere?» «Perché non risponde?» «Perché perché? perché?») e, a tarda serata, quelle splendide ragazze crollano dal sonno.
Sarebbe fantastico entrare nei loro sogni come fece l’arcangelo con Maria, con Giuseppe e con i Magi … ma proprio sul più bello un grido: «Ecco lo sposo!».
Non è un allarme, anzi … è il sogno che diventa realtà: lo sposo è arrivato!
Si alzano di soprassalto, si mettono a posto i capelli, si ricompongono, si profumano e si fanno belle per lo sposo … e vanno a prendere le lampade.
Il dramma! Mentre dormivano le lampade si sono spente.
Ma cinque di loro hanno la riserva d’olio e le riaccendono, invece cinque non hanno olio di riserva.
Interessante la questione delle lampade. Secondo me servono affinché, nella notte, il volto delle ragazze possa essere riconoscibile e visibile agli occhi dello sposo. Cinque di loro, perciò, restano al buio, volti anonimi, senza luce.
Lo sposo non le può vedere, non le può riconoscere e perciò non può nemmeno desiderarle.
Sposo cattivo e irriconoscente? … No!
Ragazze stolte, anonime, disamorate, indifferenti, menefreghiste… Avevano tutto per realizzare i loro sogni, è mancato loro l’olio della saggezza.
Non era troppo grande il loro sogno… Era troppo piccolo il loro cuore!
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