Settimana santa a Cagliari: fede autentica Monsignor Mario Ledda illustra la religiosità popolare in città

La Settimana Santa, a Cagliari, è sempre molto suggestiva. Dal Venerdì di passione, che precede la Domenica delle Palme, fino al Sabato santo, il centro storico cittadino accoglie alti momenti di fede e di devozione popolare.

Da secoli, infatti, le confraternite della zona storica del capoluogo tramandano, di generazione in generazione, riti le cui radici affondano nei secoli.

Si comincia con le due processioni dei misteri. La prima, nel pomeriggio del Venerdì di passione, parte dall’oratorio del Santissimo Crocifisso nella piazza san Giacomo.

«Le origini di questo momento di grande fede e devozione popolare si intrecciano con la storia – spiega don Mario Ledda,  liturgista e canonico del Capitolo metropolitano – perché è attestata almeno dal Settecento, ma sicuramente ha origini più lontane. Questa processione è la prima di una lunga serie di manifestazioni di religiosità popolare, che, a Cagliari, si sono conservate fino ai giorni nostri. Sono sette i simulacri portati in processione, tutti in legno e realizzati da Antonio Lonis, celebre scultore di Senorbì, e fanno la loro uscita dall’oratorio del Santissimo Crocifisso, nella piazza San Giacomo»

La seconda processione dei misteri, invece, ha come luogo di partenza la chiesa di san Michele. Anche in questo caso sono portati a spalla dai confratelli della Congregazione degli Artieri suggestivi e splendidi simulacri e si ripercorre, in questo modo, la passione di Gesù, attraverso tutti i quartieri del centro storico cittadino.

Il Giovedì santo, invece, il simulacro di sant’Efisio, listato a lutto, compie il tradizionale percorso delle sette chiese.

«Dopo che si è fatta memoria dell’ultima cena di Gesù – evidenzia don Mario Ledda, – i confratelli dell’Arciconfraternita del gonfalone compiono, con il loro santo protettore, questo percorso. L’antica usanza di visitare gli altari della reposizione, detti un tempo i sepolcri, viene praticata anche dal nostro beneamato Efisio, che non vuole lasciare soli i suoi tanti devoti in questo atto di culto».

Il Venerdì santo, giorno di digiuno e di astinenza, si fa memoria della morte in croce di Cristo. E nei secoli si sono tramandate, anche in questo toccante momento del Triduo pasquale, suggestive processioni che si intersecano tra le vie del centro storico.

«Sono ben 3 – commenta don Mario – le processioni di questa giornata. Particolarmente suggestiva quella che si articola dalla chiesa di san Giovanni, accompagnata dalla Madonna addolorata, chiamata con il singolare nome di Vergine della solitudine. Il simulacro di Gesù sosta in Cattedrale dove arriva intorno alle 14. Qui, il Sabato santo, è deposto dalla croce e viene poi riportato dai confratelli nella chiesa di san Giovanni».

Sempre il Venerdì, quasi in parallelo, si realizza anche una seconda processione con partenza dalla piazza San Giacomo. In questo caso l’Arciconfraternita del Santissimo Crocifisso porta in processione il Cristo Morto e la Madonna Addolorata verso la chiesa di San Lucifero, che, tra l’altro, è la chiesa della municipalità di Cagliari.  La terza processione, invece, transita per il quartiere Stampace.

Dalla chiesa di Sant’Efisio ha luogo il mesto corteo del Cristo morto, a cura dell’Arciconfraternita del Gonfalone.

Andrea Pala

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