Sant’Efisio martire e Cagliari scioglie il voto La 362ma edizione della festa patrimonio di un'intera isola
Centocinque comuni partecipanti con novanta associazioni, 3.153 devoti lungo il percorso, 2.605 a piedi, 247 a cavallo, 19 traccas. Sono i numeri di una festa straordinaria, la 362ma dedicata a Sant’Efisio, incardinata in una Fede, che si rinnova anno dopo anno, pur restando conforme a se stessa. Fedele soprattutto a quel voto che lega tutta la Sardegna, e la città di Cagliari in particolare, al Santo che l’ha salvata dalla peste, al quale continua a rivolgersi ancora oggi. Per sconfiggere un’altra epidemia, quella della crisi economica e occupazionale.
Nonostante tutto però il primo maggio la Sardegna non ha paura di mostrarsi gioiosa, in festa. Sa che il futuro è nelle sue mani: ci sono tante persone, sarde e non, interessate a conoscere a fondo la vita del «martire glorioso».
Quest’anno saranno addirittura 10.000 i turisti che scenderanno dalle navi da crociera attraccate al porto, le stesse che al momento del passaggio del cocchio in via Roma faranno “l’inchino”. La città non si farà trovare impreparata a tanto affetto: per il decimo anno consecutivo Sant’Efisio riceve il patrocinio della commissione nazionale per l’Unesco. Come dice l’assessore al turismo Marzia Cilloccu «la passione ci tiene uniti, perché Sant’Efisio è uno di noi. La forza della festa è nella tradizione».
Un successo provato dal fatto che è stato già venduta la maggior parte dei biglietti. Molto importante sottolineare come non si tratti di un singolo giorno di celebrazioni: si è iniziato il 25 aprile, con l’ingresso e la sistemazione del cocchio in chiesa. Oggi si completa la vestizione con l’aggiunta di ori e gioielli, offerti dagli stessi fedeli come ex–voto. I confratelli depongono dunque la statua nel cocchio di gala.
Si arriva dunque al grande giorno: domani primo maggio la città si sveglia già invasa dai gruppi in costume e a cavallo provenienti da tutta la Sardegna. A mezzogiorno il «Martire guerriero», dopo la messa solenne, esce dalla chiesetta a lui dedicata, e si mette poi in marcia per le strade di Stampace. Strade strette, sulle quali si affacciano i balconi che danno inizio a «S’arramadura», il lancio in strada di petali colorati, che rendono ancora più suggestiva l’atmosfera in cui si muove la processione.
L’arrivo in via Roma in un bagno di folla, per poi lasciare la città alla volta di Nora, il luogo del martirio. Il voto a Sant’Efisio è stato sciolto, ancora una volta.
Marco Scano
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