Ripartono i convegni sugli esercizi spirituali

Dal 12 al 14 aprile al Pozzo di Sichar di Flumini di Quartu

Ripartono i convegni sugli esercizi spirituali.

La pandemia ha rivelato tanti limiti che accompagnavano l’azione e la vita della Chiesa.

L’isolamento forzato ha ridotto la frequentazione alle pratiche cultuali, sfidando la comunità cristiana a prendere atto con urgenza dei cambiamenti del mondo in cui vive e ad andare all’essenziale della fede. 

Ha fatto ancor più affiorare una certezza, che né l’intelligenza artificiale né i social riescono a sopprimere: la felicità dell’essere umano è legata alla condivisione con gli altri dell’esperienza della vita e Dio, grazie all’amore di Gesù, ha fatto di questo noi la via per poterci fare come Lui.

Per vivere in questa via non si può non far riferimento alla spiritualità.

Solo nello Spirito abbiamo accesso a una vita felice, diversa da quella seducente, ma isolante ed effimera, in cui la superficialità commerciale di oggi ci tiene immersi.

Perciò Papa Francesco parla di mistica di vivere insieme (Evangelii gaudium, 87).

La spiritualità cristiana, perché legata alla condivisione, è inseparabile dall’amore-carità, che si scopre grazie alla testimonianza: «il mondo di oggi, più che di maestri, ha bisogno di testimoni» scriveva Paolo VI.

A diventare testimoni di carità e di vita condivisa ci si esercita, a partire dalla vita spirituale.

Lo hanno riconosciuto i vescovi della Sardegna parlando degli esercizi spirituali come componente essenziale della pastorale, fin dal 1973 nella lettera Validità e attualità degli esercizi spirituali.

Servire il popolo di Dio è regalargli la capacità, spirituale, di vedere e vivere davvero e nel Signore la vita insieme e la Chiesa.

Trascorso mezzo secolo da allora, un lungo cammino resta ancora da fare.

Eppure oggi più che mai questo può rispondere alla ricerca spasmodica, spesso tradita, della gioia del contatto vero con l’altro.

Da qui l’idea di ritornare a fare, con quanti sono interessati alla spiritualità e hanno a cuore l’annuncio evangelico, un convegno sugli esercizi spirituali.

Vorremmo approfondirli a partire dalla vulnerabilità, invece che, come in passato, dalla forza nel combattimento e nella disciplina.

Tanti modelli falsi oggi propongono una realizzazione di sé ai danni degli altri, con i quali pure si continua a volere contatto.

Cercare però gli altri solo per i like dei social o per l’audience alimenta una sete di potere, di consumo o di successo, che genera conflitti, fallimenti, ferite, solitudine, disperazione o fuga.

Tutte piaghe che non a caso ammorbano l’ambiente e l’esistenza di oggi.

Da qui la certezza che ci ha ispirato.

Non già nascondere, ma riscoprire, riconoscere e condividere nel Signore la comune vulnerabilità permette di vivere con verità e pienezza una comune umanità.

Così possiamo lasciare (se non creare) lo spazio per vivere insieme quel noi, dove il Redentore si fa presente e dona salvezza e felicità.

Trovare Dio a partire dalle ferite è la via che ha percorso anche Sant’Ignazio di Loyola, autore degli Esercizi spirituali.

In questo modo l’adesione a Gesù può oggi rispondere alle esigenze profonde della vita.

Gesù che per noi si è fatto vulnerabile mettendosi in fila con i peccatori per immergersi, nudo, nelle acque del Giordano.

Con quanti vorranno condividere con noi la raccolta di questa sfida, ci incontreremo al Pozzo di Sichar, a Flumini di Quartu, dal 12 al 14 aprile. 

Padre Carlo Manunza, SJ

Ripartono i convegni sugli esercizi spirituali.

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