Raccogliere i semi del Sinodo dei giovani L'invito lanciato alla Veglia da monsignor Miglio

I giovani della diocesi di Cagliari si sono fermati in preghiera, sabato scorso, a poche ore dalla chiusura del Sinodo, avvenuta domenica a Roma in San Pietro.

Una veglia voluta dall’arcivescovo di Cagliari, Arrigo Miglio, organizzata dalla Pastorale giovanile in collaborazione con la Parrocchia di San Paolo di Cagliari (che ha ospitato, in piazza Giovanni XXIII l’incontro di preghiera) e con la Comunità dei Frati minori di San Mauro.

La veglia è stata suddivisa in tre diversi momenti. Il primo di questi è stato aperto da una riflessione tratta dal documento preparatorio del Sinodo: «I giovani, la fede e il discernimento vocazionale», sull’importanza dell’accompagnamento spirituale come strumento fondamentale per favorire l’unicità della relazione tra un giovane e il Signore.

In questo senso è stata presentata la figura di Don Bosco come accompagnatore privilegiato della crescita dei ragazzi che hanno incrociato la sua vita.

Nel secondo momento ci si è soffermati sulle sfide odierne dei giovani, chiamati a mettersi in cammino e incontrare la gioia del Vangelo: in questo percorso la Chiesa ha il compito di chiamare i giovani verso una novità da accogliere, esplorare e costruire.

La testimonianza è arrivata da Erika, 21 anni, che ha raccontato come l’incontro intimo con Gesù, avvenuto durante il sacramento della Penitenza, le ha permesso di vedere con occhi e cuore nuovi il rapporto con il prossimo.

L’ultimo momento, infine, ha messo in evidenza come la giovinezza sia un tempo privilegiato per la santità: l’esempio di Carlo Acutis, morto di leucemia a soli quindici anni nel 2006, uno dei testimoni che i vescovi hanno scelto come esempi durante il Sinodo.

La riflessione di monsignor Miglio si è aperta con l’invito a tutti a raccogliere nei prossimi mesi i semi lanciati dal Sinodo, un’occasione privilegiata che la Chiesa deve cogliere per raggiungere e accogliere sempre più giovani.

Per farlo occorre guardare gli altri con gli stessi occhi di Gesù, quelli compassionevoli e ricchi d’amore di quando è chiamato a sfamare una grande folla.

Il brano di riferimento è infatti quello della moltiplicazione dei pani e dei pesci (nel racconto di Giovanni).

Cristo, a dispetto degli apostoli troppo realisti e privi di sufficiente fede, riesce a offrire nutrimento per tutti, anche grazie al poco di chi, come il giovane che ha solo cinque pani e due pesci, affida quel poco a chi riesce comunque a fare grandi cose: basta un cuore generoso e attento ai fratelli che chiedono aiuto.

Al termine della Veglia, girando tra i gruppi che sono intervenuti, ci siamo interrogati su quali parole i nostri giovani abbiano portato a casa. «Un vero momento di fede», ci ha detto un’emozionata Alessia, 15 anni, da Siliqua, proprio al termine del canto finale. Irene, 18 anni di Monserrato, ci ha raccontato che le parole ascoltate l’hanno fatta sentire accolta, confortata e ristorata.

Marta, 15 anni di Cagliari, durante la veglia ha idealmente ripercorso l’esperienza dell’Agorà di Roma di agosto, con uno sguardo rivolto sia ai mesi passati, sia alle prossime settimane, quando il messaggio del Sinodo sarà nuovamente oggetto di riflessione, preghiera e arricchimento.

Gli altri ragazzi, provenienti come Marta dalla Parrocchia SS. Nome di Maria (La Palma, Cagliari), hanno messo l’accento sulla bellezza delle testimonianze ascoltate: quella viva offerta da Erika e quella del racconto della vita di Carlo Acutis, recentemente dichiarato venerabile da Papa Francesco.

La veglia ha rappresentato, oltre che un momento di preghiera coincidente con la conclusione dei lavori del Sinodo dei Giovani, anche il primo di tre incontri di preparazione alla Gmg di Panama, che si svolgerà il prossimo mese di gennaio.

Due gli appuntamenti fissati a breve, in collaborazione con la Pastorale vocazionale: domenica 11 novembre e domenica 9 dicembre, alle 19.30 nella chiesa Sant’Antonio in via Manno a Cagliari.

Alessandro Orsini – Annagioia Manca

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