Questa vedova ha gettato più di tutti gli altri XXXII Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù nel tempio diceva alla folla nel suo insegnamento: «Guardatevi dagli scribi, che amano passeggiare in lunghe vesti, ricevere saluti nelle piazze, avere i primi seggi nelle sinagoghe e i primi posti nei banchetti. Divorano le case delle vedove e pregano a lungo per farsi vedere. Essi riceveranno una condanna più severa».
Seduto di fronte al tesoro, osservava come la folla vi gettava monete. Tanti ricchi ne gettavano molte. Ma, venuta una vedova povera, vi gettò due monetine, che fanno un soldo.
Allora, chiamati a sé i suoi discepoli, disse loro: «In verità io vi dico: questa vedova, così povera, ha gettato nel tesoro più di tutti gli altri. Tutti infatti hanno gettato parte del loro superfluo. Lei invece, nella sua miseria, vi ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
Commento a cura di Emanuele Mameli
Nel brano evangelico della vedova nel tempio, incontriamo un esempio concreto, vissuto, tangibile della umiltà e della semplicità con cui accogliere la novità della parola di Gesù, nel donarsi per il regno dei cieli.
Ciò che è ritenuto importante e prioritario dalle logiche umane e ciò per cui gli uomini sembrano preoccuparsi più di tutto, non trova posto nel cuore di Dio, anzi viene rigettato via come falso e impastato di ipocrisia. La disgustosa scena che si ripeteva nel tempio di Gerusalemme, per cui si era obbligati a lasciare la propria offerta, osservati da tutti e nella situazione di poter far bella mostra della propria generosità, ci racconta di quanta apparenza e ipocrisia, di quanto esibizionismo fosse ricolma la religiosità delle autorità spirituali del tempo. Dio, per fortuna, non guarda ciò che guarda l’uomo. L’uomo guarda l’apparenza, Dio guarda e conosce il cuore dell’uomo.
Nel cuore della povera vedova del Vangelo c’è la ricchezza più preziosa e più luminosa agli occhi di Dio: una ricchezza sconosciuta e inesistente nel cuore dei «ricchi» per i quali è difficile entrare nel regno di Dio, perché ricchi di monete e di vanagloria, ricchi di pretese e di falsità. La vedova del Vangelo è testimonianza vissuta del comandamento più importante: Amerai il Signore tuo Dio con tutto te stesso! Non lo amerai con il di più, con ciò che ti avanza, con il superfluo; non lo amerai per farti bello agli occhi degli altri; non lo amerai per avere un tornaconto. Amerai Dio con tutto te stesso.
«Nella sua miseria ha gettato tutto quello che aveva, tutto quanto aveva per vivere».
La vedova, povera di monete, privata dalla vita dell’affetto del suo sposo, bisognosa di tutela e senza importanza agli occhi degli uomini, nel segno di quella offerta, ci racconta della ricchezza della sua fede in Dio e del suo amore.
Il «tutto» di due monetine, donato con amore, diventa agli occhi di Gesù l’espressione di un cuore e di una vita totalmente riposta e affidata a Dio. È vera, è autentica la fede di questa vedova! È concreto, è grandissimo l’amore che traspare dal suo semplice gesto. È così che cammina, che si fa strada la novità di Gesù dentro di noi e attraverso noi: in un cuore povero e umile, nella semplicità e nella verità di una vita donata totalmente e completamente con amore.
Gesù guardando questa vedova si è riconosciuto, ha pensato a ciò che qualche tempo dopo, affrontando la passione e la morte, avrebbe dovuto pagare anche Lui: non in monete ma con la sua stessa vita e liberamente! Gesù ha dato tutto se stesso per amore, fino all’ultima goccia di sangue, senza trattenere nulla per sé. È ciò che celebriamo nell’Eucarestia: il tutto di Gesù che si dona ancora per noi.
La vedova della liturgia della Parola odierna ci insegna che Dio registra nel suo cuore, con cura, ogni gesto, anche il più nascosto: ciò che affascina Dio non è la quantità materiale quanto piuttosto l’amore con cui è compiuto.
Ci chiede di non preoccuparci dell’apparenza, dell’esteriorità, dell’esibizionismo nel fare il bene. Dio solo vede nel segreto. Solo Lui «conosce i cuori»: è lì nel cuore che il Signore da la sua ricompensa. Ci ricorda che niente è piccolo di quello che è fatto per amore! È con i piccoli segni di un grande amore che si costruisce il regno di Dio, che si cambia la direzione della storia imprimendole quella sognata da Dio.
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