Quella del Servizio Civile è esperienza arricchente
I giovani raccontano l’impegno che portano avanti
Ogni anno l’attenzione della Chiesa di Cagliari verso i giovani si rinnova anche con i progetti di Servizio civile universale della Caritas diocesana.
Attualmente 26 i ragazzi impegnati nei 6 progetti approvati nell’ambito dell’ultimo bando, hanno iniziato la loro esperienza lo scorso maggio divisi in 10 sedi di servizio: non solo quelle della Caritas diocesana ma anche quelle di altre realtà diocesane come l’Oami Sardegna, la Comunità Villaregia, la parrocchia Sant’Eulalia, il Centro di accoglienza San Vincenzo. Alice Brundu è impegnata nel progetto «Educare alla solidarietà».
«Come dice lo stesso titolo del progetto – racconta – mandiamo avanti il mandato pedagogico della Caritas, attraverso gli incontri con gli studenti, l’attivazione dei PCTO nelle opere-segno Caritas, le proposte formative negli oratori, tra cui quello di Sant’Eulalia».
«Inoltre ci occupiamo del progetto UNICORE che permette a studenti rifugiati di completare i loro studi nell’Università di Cagliari».
«Si tratta di un’esperienza di crescita personale e professionale: ho conosciuto nuove realtà, ho visto come opera la Caritas e sono felice di poter condividere questo percorso con i miei amici, affinché anche loro possano presentare domanda per il prossimo bando, che sarà pubblicato a breve».
Tra i progetti, anche «Punto d’ascolto Cagliari», che vede i ragazzi impegnati nel Centro d’ascolto diocesano. Tra loro, Lorenzo Massa.
«Ascoltiamo ogni giorno le persone che arrivano qui per chiedere aiuto e sostegno sia materiale che psicologico. La nostra funzione è quella di essere l’antenna della Caritas sul territorio. È un’esperienza interessante perché ci consente di conoscere la realtà della povertà che non sempre è facile incontrare, e di dare a essa un volto».
Giulia Sechi è impegnata nel Centro diocesano di assistenza, nell’ambito del progetto «Pronto per te – Cagliari».
«Oltre alla preparazione e distribuzione dei pacchi viveri – racconta – entriamo in contatto con le persone che si rivolgono al Centro. È una bella esperienza perché consente di conoscere una realtà che non tutti conoscono, ma anche di acquisire competenze utili per entrare nel mondo del lavoro».
«Ho provato da subito gioia nell’aiutare gli altri, nel vedere le persone felici per l’aiuto ricevuto, così come nel conoscere gli altri volontari che dedicano il loro tempo a chi ha bisogno».
Nel Centro d’ascolto per stranieri Kepos i giovani sono impegnati nell’ambito del progetto «Nuovi Orizzonti Cagliari».
«Ascoltiamo le storie degli immigrati che si rivolgono al Centro – spiega Marco Melis – e cerchiamo di fare tutto il possibile per farli sentire a casa. Questa esperienza mi sta dando tante emozioni: aiutare e rendere felici queste persone è una delle cose più belle e gratificanti».
Nel progetto in collaborazione con l’OAMI Sardegna i giovani sono impegnati accanto agli anziani (nella Casa Valentino Ambu) e ai disabili (nel Centro diurno).
«Cerchiamo di entrate in contatto con loro, di sviluppare empatia – racconta Andrea Mura -. È un’esperienza che apre la mente, perché dà la possibilità di riflettere su ciò che conta davvero nella vita».
© Copyright Il Portico