Padre Giuseppe Carrucciu celebra 50 anni di messa Il ringraziamento nella Chiesa dei Cappuccini

padre GiuseppeDomani, lunedì 22 maggio, alle 19 nel convento dei Cappuccini di viale sant’Ignazio a Cagliari, padre Giuseppe Carrucciu, celebra l’eucaristia a 50 anni dalla sua ordinazione sacerdotale.

Trentasette anni della sua vita di religioso Cappuccino li ha dedicati al mondo della salute, come cappellano negli ospedali e come direttore dell’Ufficio diocesano e regionale di pastorale della Salute.

«In realtà – esordisce – gli studi fatti erano di ben altro tipo: teologia dogmatica alla Gregoriana. I miei superiori mi inviarono come educatore nel Seminario dei Cappuccini dove rimasi alcuni anni. La necessità di stare vicino a mia madre fece sì che i miei superiori mi destinassero al servizio in ospedale, in quella che era allora la Clinica medica di Cagliari, un centro di eccellenza con ottimi medici e professori universitari».

Iniziò così il lavoro in clinica con la Pastorale della salute che in quei tempi era legata ai sacramenti, all’unzione degli infermi e alla celebrazione della Messa, per la prima volta di sera alle 17.30.

«La mia idea – sottolinea – era che la Pastorale della salute non potesse esaurirsi nei sacramenti ma dovesse riguardare l’intera vita in ospedale. Anche alcuni dirigenti medici concordavano e inizio una collaborazione con loro fino alla nascita del primo Comitato etico in Sardegna, che prese poi l’accezione di bioetico. Per potermi preparare ho anche frequentato dei corsi oltre Tirreno, dopo i quali ho insegnato Etica in Facoltà».

Nacque poi la Pastorale della salute a livello nazionale, nelle diverse regioni, anche in Sardegna e a Cagliari. «Monsignor Alberti – continua padre Giuseppe – volle che seguissi io questo ambito e mi nominò direttore, con il compianto don Efisio Spettu che insistette perché fossi io a prendere quell’incarico. A livello regionale poi è stato fatto tanto, come ad esempio le convenzioni con la Regione per i cappellani. Nel corso degli anni la Pastorale della Salute è cambiata molto, come pure la Sanità in Italia, e in particolare in Sardegna. Oggi è molto breve il tempo che i malati trascorrono in ospedale e per questo anche il servizio ha assunto caratteristiche differenti: come cappellani siamo nelle strutture sanitarie per ascoltare e sostenere chi vive la fragilità e la malattia».

Ripensando ai 50 anni di ordinazione il bilancio è più che positivo. «Sono contento –  conclude il religioso – di essere sacerdote e Cappuccino. Sono felice della stima che mi è stata accordata da medici e personale ospedaliero, e anche dei Vescovi che si sono susseguiti. Un ricordo in particolare va però a monsignor Alberti per l’affetto che ha avuto per me».

Roberto Comparetti

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