Nuovi percorsi ecclesiali per un impegno politico che vada oltre il conflitto Si è tenuto a Firenze il 2° seminario di pastorale Sociale

Pastorale
Da sinistra: don Salvatore Benizzi (Iglesias), suor Alessandra Smerilli (economista), Sergio Concas (Ales-Terralba), diac. Ignazio Boi e don Giulio Madeddu (Cagliari)

Da Firenze 2015 a Firenze 2017, attraverso Abano 2016, verso Cagliari. Sono questi i passi della Pastorale sociale e del lavoro a livello nazionale che segnano il cammino verso la prossima Settimana sociale. «C’è una peculiarità: le nostre sono chiese di popolo ─ ha vibrato il direttore Fabiano Longoni ─ e occorre connetterne le forze migliori. Basta con le conferenze, creiamo sempre più occasioni di incontro, condivisione e confronto». Parole chiave che identificano il secondo seminario nazionale tenutosi nel capoluogo toscano dal 23 al 25 febbraio sul tema «Ecologia integrale nel lavoro e nei conflitti». La Sardegna, oltre il delegato regionale don Giulio Madeddu, ha visto rappresentate le diocesi di Cagliari, Ales-Terralba e Iglesias.

Obiettivo dell’iniziativa concentrare l’attenzione sui meccanismi che producono conflittualità per saperli gestire «come segnali per assumere consapevolezza e cogliere la novità» contro la tentazione della rassegnazione. L’esigenza di rafforzare la capacità di risoluzione dei conflitti e la necessità di cogliere prospettive concrete per un annuncio cristiano dal carattere sociale, hanno caratterizzato lo sviluppo del programma.

Con ritmo intenso e appassionante si sono succeduti i diversi momenti di testimonianza, stimolo e riflessione e soprattutto la metodologia vincente dei «tavoli» divenuti veri e propri laboratori di produzione sociale, opportunità stimolanti di simulazione, contrattazione e individuazione di buone prassi.

Nel corso della prima giornata la tematica del conflitto è stata sviluppata attraverso tre direttrici: politica, con la testimonianza del sindaco di Santorso, Franco Balzi, sociale, con la riflessione di padre Occhetta sulla giustizia riparativa, interiore, con l’approfondimento del professor Giovanni Grandi. Nel pomeriggio si è tenuto un laboratorio per l’analisi e la gestione positiva di otto casi di conflitto nelle dinamiche sociali.

Il secondo giorno ha visto la presenza di monsignor Santoro, vescovo di Taranto e presidente del Comitato scientifico e organizzatore delle Settimane sociali che, cogliendo gli spunti proposti dalla liturgia del giorno, ha rimarcato il valore dell’amicizia, intesa come espressione del vero rapporto con Gesù, fondamentale per l’azione cristiana nel sociale. Lo stesso ha poi tracciato il senso del cammino verso la prossima Settimana sociale, sottolineando l’importanza di incarnarsi nella realtà. «Non è possibile alcuna ripresa economica ─ ha detto Santoro ─ finché non è riconosciuto il diritto al lavoro. Il senso del lavoro si coniuga con la dignità del lavoratore».

Sono seguite due esperienze di integrazione e cittadinanza sociale: il pastificio di Gragnano e la «Rotonda» di Baranzate. Suor Alessandra Smerilli e professor Giuseppe Notarstefano, componenti del Comitato, hanno indicato alcuni spunti per la rilettura delle esperienze in prospettiva di una riproducibilità nei contesti locali.

Dopo l’intervento dell’economista Becchetti su saper cercare il «lavOro», riferito alle buone prassi, una seconda esperienza laboratoriale ha favorito la conoscenza di diverse esperienze attive nel territorio.

La terza giornata, aperta dalla celebrazione eucaristica presieduta dal cardinale Betori, si è concentrata sulle prospettive teologiche, attraverso il contributo di padre Giacomo Costa di Aggiornamenti Sociali, e le conclusioni offerte da monsignor Longoni.

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