Minori migranti soli: intensifichiamo l’impegno Poco più di 800 i minori stranieri soli presenti in Sardegna
La presenza dei minori stranieri non accompagnati in Italia è in progressivo aumento, e la Sardegna segue il trend nazionale.
Secondo quanto emerge dal report statistico diffuso dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali, fino al 30 giugno scorso sul territorio nazionale si è registrata la presenza di 17.864 ragazzi. Tra loro il 93,2 per cento sono maschi e, nel 59,9 per cento dei casi, hanno 17 anni, mentre lo 0,5 per cento ha età compresa tra 0 e 6 anni.
Sempre stando all’analisi diffusa dal Ministero, 5.226 minori arrivati nel nostro Paese si sono resi irreperibili, e il 18,7 per cento di loro era arrivato dall’Egitto, seguito da Somalia, Eritrea e Afghanistan.
L’allarme sul sistema di accoglienza arriva dalla Commissione parlamentare che studia le modalità di identificazione e trattenimento dei migranti, in relazione alle risorse pubbliche impegnate. Angela Quaquero, delegata per la presidenza della Giunta regionale in materia di immigrazione, sposa questo pensiero ritenendo che «spesso l’accoglienza non sembra essere impostata all’accompagnamento e all’integrazione, ma piuttosto finalizzata al soddisfacimento dei bisogni primari. La prima accoglienza consente la presa in carico del minore dal momento del suo arrivo sul territorio nazionale, fino ad un massimo di 60 giorni, per garantirgli servizi specialistici finalizzati al successivo trasferimento nei centri di secondo livello. Mentre diverso è il discorso relativo alla seconda accoglienza, che fornisce al minore, in misura graduale e attraverso progetti individuali che tengono conto del suo vissuto e delle sue attitudini, gli strumenti per raggiungere la piena autonomia lavorativa, sociale e culturale».
Nell’Isola, su disposizione del Ministero dell’Interno, una cinquantina di minori stranieri non accompagnati, ospiti di alcuni centri di accoglienza per adulti, sono stati recentemente trasferiti presso altre strutture.
Nella sola provincia di Cagliari, come comunicato dalla Prefettura, sono partiti ben diciotto ragazzi, approdati a Salerno dove, in una struttura del Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati, sono destinati a prendere parte al programma Fami 1160 «Accogliere piccoli mondi»: si tratta di un progetto governativo di inclusione lavorativa e sociale.
Sempre secondo Angela Quaquero «i minori, e le modalità di accoglienza che li riguardano, rappresentano probabilmente il punto cruciale del sistema per diversi ordini di motivi. Il primo riguarda senza dubbio l’entità del fenomeno, ma d’altra parte – sottolinea – non possiamo trascurare il discorso relativo alla carenza di centri dedicati a una categoria vulnerabile per definizione».
Tra le priorità messe in luce dalla Commissione, emerge la necessità di farsi promotori di «iniziative propedeutiche alla piena integrazione, ma anche all’aggiornamento professionale, al fine di accompagnare il minore verso una collocazione lavorativa sicura e adeguata alle sue risorse personali».
Regioni e enti ideali sono chiamati a svolgere un ruolo chiave ed emblematico al fine di superare le maggiori criticità del coordinamento complessivo del sistema accoglienza.
«Per cambiare il futuro di questi ragazzi – precisa la delegata Quaquero – una soluzione potrebbe risiedere nella legge 47 del 2017, la quale ha istituito la figura del tutore volontario, che può essere qualunque privato cittadino selezionato e adeguatamente formato. Non è un’adozione, non è un affido. È una guida, per aiutarlo a capire il Paese in cui vive».
Maria Luisa Secchi
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