L’ora di religione è una ricchezza per scuola e società

Messaggio della Presidenza della Cei per il prossimo anno scolastico 2023-24

Foto Siciliani/Gennari-Sir

L’ora di religione è una ricchezza.

«Grazie all’Insegnamento della Religione Cattolica la scuola e la società si arricchiscono di veri laboratori di cultura e di umanità, nei quali, decifrando l’apporto significativo del cristianesimo, si abilita la persona a scoprire il bene e a crescere nella responsabilità, a ricercare il confronto ed a raffinare il senso critico, ad attingere dai doni del passato per meglio comprendere il presente e proiettarsi consapevolmente verso il futuro» (Benedetto XVI, incontro con i docenti di Religione Cattolica, 25 aprile 2009).

Le parole del Papa emerito, recentemente scomparso, aiutano a cogliere le opportunità presenti nell’Insegnamento della Religione Cattolica (Irc). 

Il tempo della pandemia ha lasciato anche una sorta di «long Covid» in campo psicologico ed educativo, che ha reso ancora più urgente stare accanto ai ragazzi, a partire dagli spazi della vita quotidiana, come quello, essenziale, della scuola. 

La Presidenza della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), nel recente Messaggio in vista della scelta di avvalersi dell’Irc nel prossimo anno scolastico 23-24, ha evidenziato come la partecipazione all’ora di religione costituisca «uno spazio di libertà e di responsabilità», che consente agli studenti di legarsi ancora di più al proprio cammino «di crescita umana e culturale».

In Italia l’84,4 per cento degli alunni si avvale dell’Irc, una percentuale che supera il 90 per cento nella diocesi di Cagliari, segno di una fiducia che prosegue nel tempo, nonostante le difficoltà attraversate dal mondo scolastico.

La realtà dell’Irc, si legge nel Messaggio della Presidenza della Cei, permette di creare una vera «alleanza educativa» tra Stato, Chiesa, scuole, dirigenti, docenti, famiglie e studenti.

Si tratta di «un’esperienza di grande rilievo nel panorama formativo, in quanto espressione di un “patto condiviso” fra enti e persone diverse, un patto stretto per il bene dei ragazzi e dei giovani e, di conseguenza, della società intera». 

In tale «patto» gli studenti sono protagonisti della loro scelta. Scegliere, ha affermato la Presidenza della Cei, «è un verbo che esprime maturità e interesse. È un verbo essenziale per progredire nel cammino della vita».

Per imparare a scegliere, ha sottolineato papa Francesco in un discorso agli studenti citato nel Messaggio, «occorre “affinare lo sguardo interiore, imparare a giudicare le situazioni, a cogliere l’essenziale” e “lavorare sul cuore”, così da non restare indifferenti o mostrarsi insofferenti agli altri (Awali, Bahrein, 5 novembre 2022)».

Seguendo l’ora di religione studenti di qualsiasi orientamento culturale e religioso possono confrontare la propria vita con la proposta di senso del cristianesimo, riflettere criticamente sull’attualità sociale, accostare il patrimonio culturale cattolico e incontrare nei docenti di Irc dei «professionisti qualificati e autentici educatori».

L’Irc non è una sorta di «catechesi scolastica», ma una vera e propria materia curricolare, impartita nel quadro delle finalità della scuola, che propone a tutti – cattolici, appartenenti ad altre confessioni cristiane e religioni, non credenti – una forma insostituibile di approfondimento culturale della dimensione religiosa.

La scelta dell’Irc aiuta a realizzare la «crescita integrale» dei ragazzi e a generare un’autentica cultura «di dialogo e di pace».

Si tratta di una proposta da scegliere ancora e da promuovere con coraggio.

L’ora di religione è una ricchezza.

Don Roberto Piredda – Direttore Ufficio Diocesano IRC

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