L’attenzione al fenomeno della tratta di esseri umani L'8 febbraio la Giornata di sensibilizzazione contro questa schiavitù

l'attenzioneNel giorno della memoria liturgica di santa Giuseppina Bakhita, la suora sudanese che da bambina fece la drammatica esperienza di essere vittima di tratta, le Figlie della Carità, hanno portato all’attenzione questa nuova forma di schiavitù.

Il loro progetto «Elen Joy», in collaborazione con l’ufficio Migrantes della diocesi di Cagliari ha proposto per la giornata due iniziative.

La prima nella serata dell’8 febbraio nella Casa provinciale un momento di riflessione, di dibattito e di confronto su: «Tra vecchie e nuove schiavitù. Il cambiamento e la rinascita attraverso la fede».

La seconda iniziativa coinvolge parrocchie e associazioni alle quali viene proposto di accendere  da porre sul davanzale della propria abitazione come segno di lotta contro la tratta delle persone. «Accendi una luce contro la tratta» è il tema della proposta che nasce dal desiderio di aderire ad una iniziativa internazionale e da quello di rendere effettiva una maggiore consapevolezza del fenomeno e riflettere sulla situazione globale di violenza e ingiustizia che colpisce tante persone, che non hanno voce, non contano, non sono nessuno: sono semplicemente schiavi.

La Giornata mondiale di preghiera e riflessione contro la tratta permette di accompagnare con la preghiera e l’impegno i lavori delle Nazioni Unite per il «Global Migration Compact», uno strumento internazionale con il quale i Capi di Stato e dei Governi di tutti i paesi membri delle Nazioni Unite mettono al centro della loro agenda politica il tema di migranti e rifugiati, riconoscendo il bisogno di un approccio comune e coordinato della questione migratoria.

La tratta di persone è uno dei temi centrali di questo dibattito. In un mondo che vive una rapida globalizzazione, la lotta alla tratta di esseri umani potrà essere efficace solo se verranno compresi i suoi legami con i diversi flussi migratori e il contesto politico e sociale internazionale in continua evoluzione in cui essi hanno luogo.

Il fenomeno del traffico di migranti  noto come «smuggling of migrants» e quello della tratta di persone definito internazionalmente «trafficking of human beings», ben distinti un tempo, oggi si sovrappongono e si confondono l’uno con l’altro.

Spesso un percorso iniziato come migrazione irregolare può trasformarsi in sfruttamento e riduzione in schiavitù, una volta che la persona giunge nel paese di destinazione e la condizione di vulnerabilità la porta a cadere in circuiti di assoggettamento.

Recentemente il fenomeno ha subito ulteriori cambiamenti. L’aumento esponenziale di persone che lasciano paesi in guerra o comunque rischiosi per l’incolumità personale,  si affidano alle organizzazioni che favoriscono l’ingresso illegale sui territori europei, ha indotto le organizzazioni criminali dedite alla tratta a confondere le proprie vittime tra i tanti migranti che approdano sulle nostre coste e chiedono il riconoscimento dello status di rifugiato.

Per questo oggi è più che mai necessario mettere in atto tutte le misure che consentano una adeguata e precoce identificazione delle vittime, e quindi l’emersione di storie di questo tipo che favoriscano così una pronta assistenza e protezione a persone estremamente vulnerabili come sono le vittime di tratta.

L’impegno delle Figlie della carità è notevole. Il Progetto «Elen Joy», vuole portare avanti le attività di formazione specifica degli operatori, di sensibilizzazione sul territorio e l’inserimento lavorativo delle donne migranti a rischio. Nel progetto rientrano la formazione, il sostegno materiale, psicologico e morale, la formazione professionale, la semiautonomia e la completa autonomia, attraverso uno speciale programma di assistenza per le vittime.

Prevenzione, sensibilizzazione e formazione sono dunque le vie per far uscire le giovani da una sorta di schiavitù.

RIPRODUZIONE RISERVATA
© Copyright Il Portico