La Via Crucis a Tuvixeddu tra silenzio e preghiera

Appuntamento il 24 marzo a partire dalle 16 in via Falzarego

La Via Crucis a Tuvixeddu.

La Via Crucis a Tuvixeddu.Vivere il tradizionale rito della «Via Crucis» all’interno della più grande necropoli punica del Mediterraneo. 

La parrocchia di Sant’Avendrace, nel cui perimetro ricade il sito archeologico, il 24 marzo rinnova per il secondo anno l’appuntamento.

«Una scelta – racconta il parroco, don Alessandro Simula – che risiede nel profondo legame che intercorre tra il quartiere, la parrocchia e la necropoli, con la quale esiste una vicinanza geografica ma anche perché ha sempre costituito la seconda “anima” con la zona».

«Per tanto tempo la necropoli è stato un rifugio per le persone del quartiere, almeno due volte. La prima quando è caduta la città di Santa Igia, siamo nel 1258, la necropoli ospitò i primi rifugiati, che successivamente daranno origine al quartiere».

«La seconda volta 80 anni fa: esattamente nel 1943 i bombardamenti degli Alleati distrussero la città, fecero pochi danni al quartiere, e chi non era potuto sfollare in altre zone si rifugiò nelle grotte della necropoli».

«In questa “Via Crucis” pregheremo in particolare – dettaglia il parroco – per la pace, ricordando un sito che ha dato rifugio a chi fuggiva dalla guerra. C’è poi un ulteriore elemento che è il legame delle persone con la necropoli: per i residenti, specie quelli più anziani, il sito è vissuto come qualcosa di “familiare”, appartiene alla loro storia. Io stesso andavo a giocare tra quegli spazi».

L’appuntamento è per venerdì 24 marzo alle 16 all’ingresso della necropoli in via Falzarego.

«L’orografia del sito – sottolinea don Alessandro – fatto di nuda roccia, tutta puntellata, sembra un insieme di ferite, che ricorda il Golgota».

Una «Via Crucis» negli spazi della necropoli per pregare e domandare il dono della pace.

«In quella serata – conclude il parroco – metteremo come intenzioni le vittime della guerra, quelle del tragico naufragio di Cutro. L’auspicio è che questo appuntamento venga vissuto come la metafora delle ferite del mondo e confidiamo nella partecipazione di tante persone».

«Come comunità parrocchiale infine ci auguriamo che questo nostro appuntamento possa presto diventare patrimonio di tutta la città, come accade in altri momenti del tempo di Quaresima».

La Via Crucis a Tuvixeddu.

Roberto Comparetti

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