La partecipazione è fiducia negli altri

Una riflessione in vista della Settimana sociale dei Cattolici in Italia

Sta per celebrarsi a Trieste, dal 3 al 7 luglio, la 50a edizione delle Settimane sociali dei Cattolici in Italia

Ad aprire i lavori sarà il Presidente della Repubblica e a concluderli interverrà il Santo Padre.

Una tale inclusione indica non soltanto l’importanza di questa ricorrenza per la Chiesa e la società tutta ma quasi manifesta simbolicamente l’insuperabile distinzione d’indipendenza tra Stato e Chiesa e al tempo stesso la loro necessaria collaborazione per la promozione dell’uomo e il bene del Paese.

«Al cuore della democrazia. Partecipare tra storia e futuro».

Il tema di questa edizione è di bruciante attualità, come ha testimoniato l’alto livello di astensione alle recenti elezioni europee o il calo di impegno degli italiani nelle azioni di volontariato e di iniziativa sociale. 

La democrazia può dirsi sana quando assicura, contro la formazione di gruppi di potere autoreferenziali e ristretti, la partecipazione dei cittadini alle scelte politiche, garantendo ai governati la possibilità non solo di eleggere ma anche di controllare i propri governanti, come pure la possibilità di sostituirli in modo ordinato. 

La vitalità della democrazia (il suo cuore pulsante) dipende non solo dal funzionamento delle procedure di rappresentanza e di decisione politiche ma (più profondamente) dalla promozione della soggettività sia delle persone sia delle comunità mediante idonee strutture di partecipazione e di corresponsabilità. 

È decisivo che tutti possano assumere in modo libero e consapevole la responsabilità verso il bene comune, esercitando «il proprio ruolo per la cura e il destino della società», diventando «protagonisti del proprio riscatto» (papa Francesco). 

Per promuovere una democrazia giusta e solidale occorre quindi promuovere l’azione creativa della famiglia, dei gruppi, delle associazioni, del volontariato, delle realtà territoriali, delle parrocchie, in breve di tutte le espressioni aggregative alle quali le persone danno spontaneamente vita o alle quali liberamente partecipano. 

Occorre incoraggiare, in modo lungimirante e strutturale, la «soggettività creativa del cittadino» (Giovanni Paolo II), in tutti i processi di costruzione della società.

La partecipazione è sempre connessa alla fiducia negli altri e nella solidità della convivenza.

La sfiducia, al contrario, rende meno solidale il tessuto sociale e più debole il senso di partecipazione, lo spirito di responsabilità sociale. 

Per questa ragione, il Catechismo della Chiesa Cattolica insegna che «spetta a coloro che sono investiti di autorità consolidare i valori che attirano la fiducia dei membri del gruppo e li stimolano a mettersi al servizio dei loro simili», aggiungendo che la partecipazione «ha inizio dall’educazione e dalla cultura» (n. 1917).

Il richiamo alla fiducia è decisivo, come quello all’educazione, che sempre esprime un potere di trasformazione.

Serve un’educazione e una cultura che promuovano la libertà e il gusto della partecipazione alla edificazione del nostro Paese. 

Il tema della Settimana Sociale di Trieste riguarda la speranza in un futuro più sano e giusto, solidale e partecipato, perché «questo futuro lo costruiamo insieme, aspirando alle cose più grandi, ampliando i nostri orizzonti. O insieme o non funziona» (papa Francesco).

Meglio insieme!

+Giuseppe Baturi – Arcivescovo

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