La festa di sant’Agostino unisce Cagliari e Muravera Nei due centri le celebrazioni per il vescovo di Ippona
Il culto di Agostino di Ippona è particolarmente diffuso nella nostra Isola, basti pensare che è patrono di Belvi, nel nuorese, e di Alà dei Sardi in Gallura.
Le spoglie mortali del Santo sono state portate a Cagliari nel 504 da Fulgenzio, per evitare che cadessero nelle mani dei Vandali. In città rimasero per due secoli prima di essere portate nella Penisola, a Pavia, dove oggi si trova la tomba.
Di quella presenza in Sardegna, nei pressi del porto del capoluogo, resta uno spazio ridotto, oggi interessato dai lavori di restauro, e il grande impegno portato avanti dal rettore, don Vincenzo Fois, che continua, come può, il suo servizio a favore di quella che è conosciuta come la chiesa di sant’Agostino.
L’edificio è rimaneggiato dopo i pesanti interventi che dalla metà dell’800 interessarono la costruzione, a seguito della famigerata legge Siccardi, che aveva decretato la soppressione degli ordini religiosi e l’acquisizione dei beni ad essi appartenuti.
Da allora la chiesa ha iniziato perdere splendore e ha vedere i propri spazi restringersi. Solo all’inizio del Novecento, l’allora arcivescovo Ernesto Maria Piovella, ne ottenne una parziale riapertura.
Forse a molti, troppi, cagliaritani la storia di sant’Agostino è poco nota. Ma per chi è originario della Marina o di Stampace quella di fine agosto è «sa festa»: pur non avendo l’eco mediatica di altre figure, Efisio per esempio, per il vescovo di Ippona, ogni anno si susseguono i riti.
Come di consueto domenica scorsa i fedeli, partiti dalla chiesa, si sono diretti nel vicino Palazzo Bacaredda, sede del Comune, dove è custodita la statua del santo dormiente, che in processione è stato accompagnata nella chiesa per la celebrazione della Messa.
Il lunedì, sia la mattina sia la sera, le Messe in memoria di santa Monica, madre del vescovo di Ippona, artefice della conversione del figlio al cristianesimo.
Infine martedì una Messa mattutina e in serata la celebrazione seguita dalla processione verso il Comune, con la partecipazione dei Vigili del fuoco, ha riportato in Municipio la statua di sant’Agostino.
Unico neo dell’edizione 2018 della festa l’inagibilità della cripta del largo Carlo Felice, interessata da lavori di ristrutturazione, che ci si augura possano presto terminare.
A Muravera invece la festa di sant’Agostino diventa il momento nel quale l’intero paese e le centinaia di turisti, che affollano la costa sud orientale della Sardegna, si ritrovano in occasione della processione per le strade del centro storico.
Un percorso contraddistinto dai festoni rossi e gialli, dalle vie cosparse di petali di fiori, mentre il simulacro del Santo viene sistemato su un antico cocchio trainato da buoi ornati a festa.
La festa di quest’anno ha avuto un sapore particolare, perché ha rischiato di non potersi svolgere, viste le difficoltà a costituire un nuovo comitato, capace di sovrintendere ai festeggiamenti.
La caparbietà del parroco, don Emilio Manca, e la disponibilità di una decina di persone ha permesso dare vita al Comitato, grazie al quale si è potuto festeggiare la figura, quella di sant’Agostino, molto cara ai muraveresi e alle persone del Sarrabus.
Raffaele Pisu
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