La cooperazione resta una risorsa da difendere Parla il presidente di Confcooperative, Maurizio Gardini
«In questi decenni siamo cresciuti diventando una forza importante del nostro Paese».
Così il presidente nazionale di Confcooperative, Maurizio Gardini, racconta dell’attività portata avanti dal mondo della cooperazione italiana. «Siamo nati in un periodo particolare – dice – alla fine del conflitto mondiale.
I 70 anni di Confcooperative Sardegna si inseriscono nella storia ancora più lunga dei 100 anni di Confcooperative Nazionale, una storia che ha le sue origini sicuramente dalla “Rerum novarum” di Leone XIII, che delinea un nuovo obiettivo: l’impegno dei cattolici nell’economia e nel sociale e, conseguentemente, poi nella politica. Da qui nasce poi la storia di centinaia di cooperative attive già alla fine dell’Ottocento.
Nel 1919, dopo la prima guerra mondiale, nasce Confcooperative. Dopo la seconda guerra mondiale si avvia la fase del regionalismo, con la necessità di radicarsi sul territorio, per dare una mano a questo Paese a ricostruirsi. Nascono le Confcooperative territoriali regionali e provinciali, a secondo dello schema istituzionale, per supportare la crescita delle cooperative.
C’è un elemento che caratterizza la vostra storia, la dottrina sociale.
È sempre stata la stella polare e continua esserlo. Sicuramente con una rivisitazione in chiave moderna, che ne traccia l’operatività verso i nuovi bisogni. Si tratta fondamentalmente di essere a fianco dei più deboli, di stare nell’economia per dare una visione, un’etica allo sviluppo, anche all’impresa. Abbiamo presentato questo percorso nell’incontro con il Santo Padre.
Ci racconta come è andata?
Eravamo 7.000 cooperatori nella sala Paolo VI. Un grande evento nel quale Francesco ci ha richiamato ai doveri di fare comunità, ad avere una visione di mutualità esterna, non solamente come organizzazione di rappresentanza.
Lo abbiamo fatto anche il 14 maggio, giorno dell’anniversario, col Presidente della Repubblica Sergio Mattarella. È stato un viaggio nella comprensione dell’articolo 45 della Costituzione e della sua estrema attualità.
Lo concluderemo il 24 ottobre col Cardinale Bassetti e con la CEI, perché il rapporto con la Chiesa italiana c’è sempre stato. Insieme abbiamo realizzato alcune progettualità come il “Progetto Policoro” e tanti altri, con un obiettivo molto concreto, senza fare proclami ma dandoci obiettivi di sviluppo, per riaffermare un’identità cristiana, rivisitata anche la luce dei bisogni di una popolazione che si è allargata, di un mondo che si è allargato e di un Paese attrattivo per molti migranti.
Il fenomeno ha però assunto connotazioni disordinate, che hanno creato problemi e paure, sulle quali si è fatta molta speculazione di carattere politico, e c’è chi ha vinto le lezioni. La sussidiarietà continua a essere per noi un grande valore sociale, non solamente la coniugazione di un principio, che va comunque difeso sempre.
Roberto Comparetti
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