La chiesa di Sant’Avendrace ancora chiusa. Inspiegabili le interruzioni dei lavori

Una celebrazione nel salone parrocchiale di sant’Avendrace, chiesa “provvisoria” per la comunità

Quella della chiesa di Sant’Avendrace è una vicenda di mala burocrazia. L’antico edificio nei pressi della laguna di Santa Gilla, continua a rimanere chiuso e per il quinto anno consecutivo la recente festa patronale è stata celebrata nei locali attigui dell’oratorio, perché la chiesa è ancora interessata da lavori di restauro e conservazione che, nel corso degli anni, hanno subito continui e molto spesso, inspiegabili interruzioni, un po’ come accaduto agli interventi sulla via che prende il nome del quartiere, una delle porte di accesso alla città. Come è tradizione nei giorni scorsi la comunità ha celebrato il patrono. Lo ha fatto con due momenti molto intensi: la Messa nello stabulario e la processione in laguna, due appuntamenti per confermare il solido legame con i pescatori dello specchio d’acqua limitrofo, dal quale diversi residenti traggono ancora sostentamento. «Il 13 settembre del 204 d. C. – ha detto il parroco don Alessandro Simula, ospite degli studi di Radio Kalaritana è la data, secondo tradizione, del rinvenimento da parte dei cristiani delle ossa del vescovo Avendrace, un’attestazione più tradizionale che storica. Da diversi anni, riprendendo un’antica tradizione, il 12 settembre viene fatta la processione in laguna, dove viene portato il simulacro del Santo, preceduta dalla Messa allo stabulario, una struttura gestita dal consorzio ittico a Sa Illetta, da dove si gode una vista molto particolare della nostra città». Durante la processione sono previste alcune soste nei luoghi dell’antica Santa Igia, città giudicale distrutta dai Pisani nel XIII secolo, seppellita oggi sotto palazzi e centri commerciali: proprio sotto il centro commerciale si ritiene fosse localizzata la cattedrale dell’antica città. L’attuale chiesa parrocchiale, databile intorno al XVII secolo, da quasi sei anni non ospita più non solo le celebrazioni patronali ma l’intera attività pastorale. «Gli interventi sarebbero dovuti durare due anni – ha ricordato il parroco – tra pandemia, stop legati a problemi burocratici e ritrovamento di importanti resti archeologici sotto la chiesa, tutto è stato rallentato, anche se il patrimonio andava comunque indagato». L’auspicio è che presto i fedeli possano riavere la loro chiesa. 

R.C.

Kalaritana – Avvenire di domenica 22 settembre 2024

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