Il Signore imprime la Sua vita sulla nostra
La Messa di Natale dell’Arcivescovo al Policlinico di Monserrato
Il Signore imprime la Sua vita sulla nostra.
L’Arcivescovo stamani ha celebrato Messa nella cappella del Policlinico Universitario di Monserrato, alla presenza di alcuni dirigenti della struttura sanitaria, dei cappellani don Andrea Piseddu e don Francesco Farris, insieme al personale dell’ospedale e a tanti degenti.
La piccola cappella era colma di persone che non sono volute mancare all’Eucaristia del Natale, celebrata da monsignor Baturi, il quale nell’omelia ha ricordato come «la maturità ha bisogno di ripetizioni – ha necessità di riguardare in profondità alle cose più importanti. Un mistero si presenta a noi: la storia del Signore è come se si imprimesse a mo’ di calco sulla nostra: il Bambino nasce in questo tempo difficile, di guerra».
«La celebrazione dei misteri durante l’anno – ha ricordato l’Arcivescovo – rappresenta il modo con il quale Egli imprime la Sua vita sulla nostra».
Monsignor Baturi ha poi fatto riferimento alla liturgia che, lo scorso 23 dicembre, aveva al centro la figura di Giovanni, «che per grazia nasce da Elisabetta, anziana e, dice il Vangelo, aveva superato il periodo fertile».
Giovanni è quindi un dono e questo significa che non siamo frutti del caso.
«La vita è difficile – ha specificato l’Arcivescovo – ma non è senza senso. Questo bambino, Giovanni, nasce ed è già dentro a un progetto, la cui natura è un disegno d’amore: tutto questo spinge Zaccaria a rendere grazie e a gridare alla meraviglia i presenti alla nascita».
«Dobbiamo pregare – ha ricordato Baturi – perché questa meraviglia, anche se a distanza di duemila anni, raggiunga il nostro cuore».
«Siamo troppo presi dalle angustie e dagli affanni – ha evidenziato l’Arcivescovo. Il Natale ci aiuta a comprendere quanto bene c’è: essere amati è la sicurezza che la vita è un bene e solo Dio può promettere questo bene».
Al termine della celebrazione don Andrea Piseddu ha voluto ringraziare per quanto è stato vissuto.
«Grazie a tutto il personale che in quest’ultima settimana mi ha accolto nei vari reparti per la celebrazione del precetto di Natale, in mezzo ai nostri pazienti e a tutto il personale».
«Voglio augurarvi un Buon Natale con le parole pronunciate dal Papa nell’omelia del 24 dicembre 2021: “Torniamo a Betlemme. Ci fa bene andare lì, docili al Vangelo di Natale, che presenta la Santa Famiglia, i pastori e i magi: tutta gente in cammino”.
“Fratelli e sorelle, mettiamoci in cammino, perché la vita è un pellegrinaggio. Alziamoci, ridestiamoci perché stanotte una luce si è accesa. È una luce gentile e ci ricorda che nella nostra piccolezza siamo figli amati, figli della luce (cfr 1 Ts 5,5)”.
“Fratelli e sorelle, gioiamo insieme, perché nessuno spegnerà mai questa luce, la luce di Gesù, che da stanotte brilla nel mondo”».
Prima del congedo il saluto dell’Arcivescovo ai dirigenti della struttura sanitaria, compreso un primario tornato in servizio dopo diverso tempo a causa di problemi di salute, alcuni dei presenti, comprese le suore della Carità.
Il Signore imprime la Sua vita sulla nostra.
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