Il cammino di don Euphrem Hasimana: dal Madagascar alla parrocchia di Sant’Elena

La basilica di Sant’Elena Imperatrice, nella parrocchia omonima della città di Quartu, principale centro dell’hinterland cagliaritano e della zona est della diocesi di Cagliari, ha accolto da qualche settimana il nuovo vicario parrocchiale, don Euphrem Audrey Hasimana, quarant’anni, sacerdote del Madagascar, nato nella città di Morondava a ovest della grande isola del sud est africano, formatosi negli studi a Roma, per la maggior parte dei suoi anni di sacerdozio.

Tornato nella propria diocesi, il suo vescovo, in accordo con monsignor Baturi, gli ha proposto una esperienza italiana, definendo il trasferimento per tre anni in Sardegna. Il parroco, don Alfredo Fadda, rimasto senza viceparroco, lo scorso dicembre, dopo la nomina di don Gianmarco Lorrai a Guasila, gli ha subito affidato, in particolare, la cura diretta delle attività riguardanti la pastorale giovanile: «Nella nostra parrocchia dice – don Alfredo Fadda – un viceparroco è fondamentale, vista la moltitudine di attività e realtà e l’arrivo di don Euphrem ci riempie di tanta gioia sotto tanti aspetti, in particolare nel rapporto con i giovani».

Entusiasmo e voglia di fare sono le parole d’ordine. «In queste settimane – dice don Euphrem – tante persone e visto tante attività, e non credevo sarebbe successo lo scorso giugno, quando mi trovavo a casa in Madagascar e ho ricevuto la telefonata dell’arcivescovo. Non ci ho pensato tanto, ho preparato le valigie e sono partito. Qui è tutto molto bello, la gente è molto accogliente e disponibile, ci sono tanti giovani, dall’oratorio agli scout, fino all’Azione cattolica ». «Don Alfredo – prosegue – mi ha accolto con molto entusiasmo e dobbiamo lavorare da subito con i giovani. Ho già incontrato gli educatori, i capi scout e gli animatori: bisogna cominciare un nuovo progetto pastorale e ci sono tante cose da fare, anche riprendendo buone esperienze fatte nel passato e che nel tempo, forse complice anche la pandemia, si sono perse. Da ciò che mi hanno raccontato penso alla Festa del Ciao, come agli spettacoli in auditorium o ai tornei in oratorio. La parrocchia è una grande famiglia e la festa di Sant’Elena lo ha dimostrato, dove la comunità che ha Fede, non solo nella patrona, si è riunita da tutta la città. Ho visto tanta gioia e voglia di mettersi a disposizione, con molte realtà, associazioni, comitati, confraternite e gruppi pronti a dare il loro contributo di servizio, soprattutto, verso i più piccoli. Ora iniziamo l’anno catechistico e avviamo tutte le attività del nuovo anno, dobbiamo prepararci bene!».

Don Euphrem racconta che da ragazzo, quando era chierichetto, di fare il sacerdote non ci pensava, ma andando avanti con gli studi e venendo coinvolto nelle attività parrocchiali, i preti della sua comunità hanno visto in lui una potenzialità, invitandolo ad entrare in Seminario minore. «Mi sono reso conto che più stavo in Seminario prosegue il viceparroco – più mi trovavo a mio agio con quella realtà. La mia fede ha avuto un corso naturale nel mettermi al servizio della Chiesa e di Gesù. A casa, nella mia famiglia, ci misero un po’ a razionalizzare la cosa, poi mia madre mi disse che se era la strada che volevo seguire, dovevo percorrerla». «Il 5 agosto 2018 – continua il viceparroco – l’ordinazione presbiterale, nella cattedrale Maria Manjaka (Maria Regina) a Morondava nella mia diocesi in Madagascar, con gli studi di Filosofia e Teologia, e quasi subito il trasferimento per gli studi a Roma all’Università Santa Croce per la specializzazione, dove ho studiato in tre anni per la Licenza e tre anni per il Dottorato con pubblicazione della Tesi. In questi anni anche un fratello ha trovato la Vocazione, diventando sacerdote e mettendosi al servizio della Chiesa».

«A Quartu – evidenzia – ho visto che ci sono tanti giovani impegnati nella comunità ma anche tanti che non sono coinvolti. Vorrei andare per le strade, nei vari quartieri e nelle piazze per sentire le loro problematiche, per sostenerli, se possibile, nelle loro difficoltà e proporgli di lavorare assieme. Non dimentichiamo anche le persone più anziane e i sofferenti, a loro deve andare il nostro supporto e mi impegnerò per questo». «Sono certo – conclude don Euphrem – che saranno anni belli e non vedo l’ora di viverli, sono certo che il Signore mi e ci guiderà».

FRANCESCO PILUDU

Kalaritana – Avvenire di domenica 29 settembre 2024

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