I poveri sono al centro della Pasqua di Viana
Parla don Giuseppe Spiga, sacerdote «fidei donum» in Brasile
L’allentamento delle misure di contenimento del contagio da Covid-19 interessa non solo il nostro Paese ma anche altri.
È il caso del Brasile, dove nello stato del Maranhão le limitazioni sono di fatto state eliminate e ridotte a poche prescrizioni, per cui l’imminente Pasqua verrà vissuta in maniera più o meno simile al periodo pre-pandemia.
«Qui – dice don Giuseppe Spiga, missionario “fidei donum”, a Viana – in realtà le regole spesso non sono state seguite, ma nelle chiese abbiamo mantenuto fermo il rispetto delle indicazioni. La prossima Pasqua le celebrazioni verranno vissute così come le abbiamo conosciute».
Don Giuseppe è rettore del Seminario di Viana, dove sono 15 i giovani che seguono sin cammino formativo, con 7 impegnati negli studi filosofici e 8 invece quelli impegnati nel percorso formativo in teologia.
Tra i giovani in formazione presenti a Viana, anche un ragazzo della diocesi di Cagliari, Nicola Petrone, che sta facendo un’esperienza nella Chiesa brasiliana.
«In questo tempo che prepara la Pasqua – specifica il rettore – i ragazzi sono impegnati nella preparazione dei ceri che poi vengono venduti alle parrocchie che li utilizzeranno nelle celebrazioni del Triduo. È un modo per sostenere i costi del Seminario. Quest’anno poi il cero è stato dedicato ai 60 dalla fondazione della diocesi di Viana, con un’immagine specifica».
Quanto poi ai riti del Tempo di Pasqua non c’è grande differenza su quanto accade nelle nostre parrocchie: solo i tempi cambiano.
Ad esempio la Messa crismale viene celebrata qualche giorno prima del Giovedì Santo per permettere ai sacerdoti di far rientro in parrocchia per le altre celebrazioni, viste le distanze, la viabilità resa ancora più precaria dalla stagione delle piogge, che proprio in queste settimane raggiunge il picco.
«La Vigilia della Domenica delle Palme – racconta don Giuseppe – i seminaristi vengono inviati a due a due nelle parrocchie della diocesi di Viana, a differenza di quanto accade durante l’anno quando vengono inviati nelle parrocchie della città di São Luís. Dal 9 al 18 aprile i seminaristi prestano servizio nelle comunità della Diocesi, alle quali offrono il loro apporto per tutte le necessità che comporta il tempo della Pasqua».
Un impegno particolare che viene portato avanti anche nei piccoli villaggi, magari distanti dalla chiesa, permettendo a chi vive lontano di sentirsi parte della comunità.
Un’altra attività viene portata avanti nel Seminario di Viana: una volta la settimana viene preparato del cibo da portare sulle strade, dove i poveri non hanno nulla.
«Accanto alla Chiesa che celebra i riti – dice don Giuseppe – non deve mancare la Chiesa che pone al centro i poveri e se ne fa carico. Un modo per realizzare l’enciclica di Francesco “Fratelli Tutti”. Nel percorso di formazione dei futuri sacerdoti non può mancare questa attenzione ai più bisognosi».
Una scelta, quella di don Giuseppe e del Seminario di Viana, che va in controtendenza rispetto a quanto il Governo del Brasile porta avanti: l’opzione preferenziale dei poveri non è contemplata, specie in questi ultimi due anni di pandemia, che ha colpito tutti ma soprattutto coloro che già avevano poco, come appunto più poveri.
I poveri sono al centro della Pasqua di Viana.
Roberto Comparetti
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