Giuseppe non temere di prendere con te Maria

IV Domenica del Tempo di Avvento (Anno A)


Daniele Crespi – Kunsthistorisches Museum Wien, Bilddatenbank

Dal Vangelo secondo Matteo

Così fu generato Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.

Giuseppe suo sposo, poiché era uomo giusto e non voleva accusarla pubblicamente, pensò di ripudiarla in segreto.

Però, mentre stava considerando queste cose, ecco, gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa.

Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo; ella darà alla luce un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».

Tutto questo è avvenuto perché si compisse ciò che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.

Quando si destò dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore e prese con sé la sua sposa.

(Mt 1,18-24)

Commento a cura di Luigi Castangia

Il Vangelo di questa domenica racconta del momento più drammatico della vita di Giuseppe: lo scandalo che egli ha dovuto superare nel prendere in sposa una donna incinta.

È stato necessario un angelo del Signore per confermare Giuseppe nella scelta: Non temere di prendere con te Maria, tua sposa. Infatti il bambino che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.

La consolante rivelazione ha dato a Giuseppe la forza di decidere, ma l’impatto con la realtà quotidiana e la fatica del vivere non gli è stata risparmiata. 

Quante domande gli saranno sorte?

Tutta la storia di Gesù era ancora letteralmente allo stato embrionale: come potevano Maria e Giuseppe comprendere lo sviluppo di quell’evento che, parafrasando il poeta inglese T. S. Eliot, è stato un momento capace di sezionare, bisecare il mondo del tempo, «poiché senza significato non c’è tempo, e quel momento di tempo diede il significato» (Cori da «la Rocca»).

L’incarnazione è l’opera di Dio. Si tratta allora di accogliere in sé un grande mistero, senza tentare di comprenderlo con la ragione dimostrativa. Prepararsi al Natale è essere ricettivi nei confronti del metodo che Dio ha scelto, senza pretendere di capire tutto, poiché neanche la Madonna e san Giuseppe hanno avuto tale il privilegio. 

Tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati. Il nome stesso di Gesù, Yoshûa‘, significa il Signore salva.

Ancora una volta la rivelazione celeste fa luce sullo scopo della nascita del Messia, ma come e attraverso quali circostanze tale salvezza si realizzerà non è affatto chiaro a Giuseppe. Quest’ultimo diviene nostro fratello nella fede.

A Maria e a Giuseppe, come a noi, non viene risparmiato il dramma del credere, il fidarsi della parola di un angelo, confidando completamente su di essa.

Così essi sono beati per aver creduto nell’adempimento della parola del Signore.

La profezia di Isaia ci ricorda che è sempre Dio a prendere iniziativa e a sostenere la nostra libertà nell’aderire alla fede, poiché questa non nasce come l’esito delle umane riflessioni.

Come Maria e Giuseppe, l’uomo è posto di fronte a un fatto, davanti al quale deve prendere posizione e scoprire se è vero o meno: «Ecco, la vergine concepirà e darà alla luce un figlio: a lui sarà dato il nome di Emmanuele», che significa “Dio con noi”.

Questo oracolo misterioso non è mai stato così chiaro come quando si è riferito a Cristo, grazie a cui si è potuto sciogliere l’enigma che lo avvolgeva. 

Si tratta di accogliere il mistero di Dio, secondo il metodo che Egli stesso ha scelto.

Se è Cristo l’Emanuele, ovvero il Dio-con-noi, è vano qualsiasi tentativo di cercare Dio all’infuori di tale avvenimento, e tutte le esperienze religiose sono al massimo l’ombra, il presagio o la profezia dell’incarnazione, nel quale Dio diviene nostro compagno di strada.

Festeggiare il Natale significa allora celebrarlo per il suo autentico significato, non si tratta della festa del panettone, ma di accogliere il mistero del Dio che prende continuamente iniziativa e non ci lascia mai soli, significa accogliere Gesù bambino per ciò che è veramente: Dio con noi.

Giuseppe non temere.

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