I giovani al centro dell’azione pastorale Diversi i temi affrontati dai Vescovi nell’ultima riunione della Conferenza episcopale sarda

Evidenza2Gli adempimenti relativi all’istituzione dei due Tribunali ecclesiastici interdiocesani, l’annosa questione dei trasporti in Sardegna, presentazione dell’indagine sulla catechesi in Sardegna, possibili accorpamenti degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero, attività e prospettive pastorali per la Regione ecclesiastica emerse dall’incontro dei Vescovi con gli incaricati regionali dei diversi settori. Sono stati numerosi i temi all’ordine del giorno della riunione della Conferenza episcopale sarda, svoltasi a Donigala Fenughedu lo scorso 6 giugno.

Dopo il tema dei trasporti per il quale è stato diffuso il relativo comunicato stampa, i Vescovi si sono occupati dei Tribunali ecclesiastici interdiocesani. In attuazione delle recenti norme emanate da papa Francesco – scrivono i Vescovi sardi – per i procedimenti canonici in materia matrimoniale, volti a semplificare e rendere più vicine ai fedeli tali procedure, al posto dell’unico Tribunale ecclesiastico regionale sardo (Ters), ogni diocesi ha ora un proprio tribunale per i così detti «processi più brevi», presieduto dal Vescovo: sono i processi dove, insieme all’accordo tra le due parti (marito e moglie), sono anche molto evidenti le ragioni che rendono nullo il matrimonio. Per il processo ordinario, che in genere è in contraddittorio e dove più complessa si presenta l’indagine circa la sussistenza delle ragioni di nullità, sono stati istituiti, invece, due Tribunali interdiocesani: il Tribunale interdiocesano della Sardegna per le diocesi di Cagliari, Sassari, Oristano, Iglesias, Ales-Terralba, Alghero-Bosa, Ozieri e Tempio-Ampurias e il Tribunale interdiocesano di Nuoro e Lanusei. Contestualmente, viene anche istituito il Tribunale regionale di appello, per la seconda istanza, che finora era quello del Vicariato di Roma. Come tribunale d’appello rimane sempre anche la Rota Romana.

Spazio poi ai possibili accorpamenti degli Istituti diocesani per il sostentamento del clero. Sono gli organismi che, in collegamento con quello centrale, amministrano i beni e le risorse che concorrono ad assicurare un’integrazione mensile per i sacerdoti. Al fine di semplificare e ottimizzare l’efficienza degli stessi istituti, secondo le linee tracciate a livello nazionale, anche la Sardegna ha avviato una riflessione nel merito, che vedrà i primi risultati  all’inizio del prossimo autunno. Sono in campo due ipotesi: tre istituti delle rispettive metropolie (Cagliari, Oristano Sassari), o libere fusioni tra le diocesi più vicine.

Altro tema posto in discussione è stato quello della catechesi in Sardegna. Su iniziativa della Commissione catechistica regionale, sotto la guida di monsignor Ignazio Sanna e di don Paolo Pala, è stata promossa un’indagine su «Attori, strutture e culture della Catechesi nelle diocesi della Sardegna». Ne è stato curatore il professor Luca Diotallevi, ricercatore e docente di sociologia presso l’Università Roma Tre, coadiuvato dalla dottoressa Roberta Ricci. Ai Vescovi, presenti anche i direttori degli Uffici catechistici diocesani, è stata fatta in anteprima una presentazione dei risultati emersi dalle risposte di 207 parroci e di 1.923 catechisti parrocchiali. Successivamente gli stessi risultati saranno presentati alla Facoltà teologica della Sardegna e a tutti i catechisti dell’isola.

Nella discussione infine il tema «La Sardegna in vista del sinodo dei Vescovi sui giovani» che si terrà nell’ottobre del 2018. Nello spazio destinato all’annuale incontro dei Vescovi con tutti gli incaricati regionali dei diversi ambiti pastorali, l’attenzione si è soffermata soprattutto sulla Pastorale giovanile, di cui si occuperà il Sinodo. Comincia a mettersi in moto un’azione congiunta sul piano regionale e nazionale volta a riavvicinare quella gran parte del mondo giovanile che non trova più nella Chiesa un punto di riferimento, un luogo di ascolto e di proposta di vita. È un’occasione che la Sardegna e le diocesi sarde non intendono perdere. Si tratta di adeguare atteggiamenti, contenuti, metodo e linguaggio. Nella consapevolezza che i giovani vanno innanzitutto ascoltati, capiti, amati e accompagnati.

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