Gino Bulla, uomo di cultura e testimone di pace
Il ricordo di uno dei protagonisti del cattolicesimo sociale, scomparso a 91 anni
Il 19 luglio scorso, alle soglie dei 91 anni, è morto ad Assisi Gesuino Domenico Bulla, per tutti Gino.
Nato a Orani il 4 agosto 1933, trasferitosi ancor bambino con la famiglia a Villacidro e poi a Cagliari, dove il giovane Gino praticava vari sport, tra i quali emergeva nell’hockey su prato, ma ancor più si dimostrò serio studente, laureandosi in Giurisprudenza.
Per lui, prima ancora della laurea, si era aperta la carriera impiegatizia con l’assunzione alla Banca Nazionale del Lavoro.
Gino sembrava naturalmente avviato verso la formazione di una famiglia, con una discreta posizione economica in un buon contesto di socialità e amicizie.
Ma un avvenimento doveva «sconvolgere» la sua vita e indirizzarla diversamente: il coinvolgimento come fedele nella Missione cittadina della «Pro Civitate Christiana» (PCC) di Assisi, guidata dal mitico don Giovanni Rossi, dal 27 marzo al 10 aprile 1960, promossa dall’arcivescovo Paolo Botto.
Sorretto da una solida fede cristiana e da un’invincibile perseveranza nelle scelte della sua vita, decise di diventare volontario della «PCC» e nel 1963 si dimise dalla Banca e si trasferì ad Assisi, nella «Cittadella» della «PCC», dove seguì un percorso di formazione teologica che lo portò nel 1967 a diventare volontario.
Gino girò l’Italia per le Missioni della «PCC» e il mondo per tutte le iniziative della stessa associazione. Da subito coltivò due passioni: il giornalismo e la fotografia.
Con la prima divenne giornalista pubblicista (sempre iscritto all’Ordine della Sardegna), redattore e poi direttore del quindicinale della «PCC» «Rocca», fino a poco tempo fa, quando lasciò, rimanendo sempre a disposizione.
Continuò invece nella direzione di «Subasio» dell’Accademia «Properziana del Subasio».
Con la seconda fu autore di libri fotografici di grande pregio e direttore di innumerevoli corsi di fotografia con partecipanti di tutte le età.
Ormai cittadino di Assisi, che amava, e di cui era uno dei più riconosciuti operatori culturali, rivendicava con orgoglio la sua sardità.
Nella nostra Isola tornava in agosto, nella casa di Cagliari della sorella e con i nipoti, non dimenticando una visita a Orani e ad altri paesi a lui cari.
A Cagliari incontrava diversi amici, riuniti in un’Associazione informale denominata «Amici sardi della Cittadella di Assisi», che in realtà poteva chiamarsi «Amici di Gino Bulla».
Gino mancherà sicuramente ai suoi numerosi amici, ma il suo amore, le conoscenze trasmesse, la sua umiltà e semplicità tutta francescana, rimarranno per sempre.
Domani alle 18.30, nella chiesa di Santa Rosalia verrà celebrata una Messa in suo suffragio.
Franco Meloni
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