Gesù fu trasfigurato davanti a loro sul Monte
I Domenica del Tempo di Quaresima (Anno B)
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia».
Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro.
Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti
Commento a cura di Giovanni Ligas
Il racconto evangelico di questa seconda domenica di Quaresima è distinto in due momenti, la salita e la discesa dal monte della trasfigurazione, che aiutano a trovare il senso della vita e a perseverare nel bene.
1. Gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni sono condotti sul monte da Gesù e assistono all’evento singolare della trasfigurazione, che culmina nella rivelazione del Padre: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!».
È un’esperienza spirituale esaltante perché Gesù si manifesta davanti a loro con uno straordinario splendore, alla presenza di Elia e Mosè.
L’evento è descritto con il segno della luce: «le sue vesti divennero splendenti, bianchissime».
Sembra che l’evangelista Marco non riesca a trovare parole adeguate ad esprimere l’intensità del momento vissuto e dice, con un’immagine semplice, che nessun lavandaio sulla terra avrebbe potuto rendere quelle vesti così bianche.
Sperimentare la vicinanza di Dio è l’esperienza più esaltante e gioiosa che possa capitare nella vita di una persona; ma nello stesso tempo incute timore.
La trasfigurazione è l’anticipo della gloria della risurrezione e ricorda che la nostra vita è orientata a un futuro di speranza, di luce e di gioia. L’esperienza sul monte è di breve durata ma quella luce rimane impressa per sempre nella memoria.
2. Il secondo momento è dato dalla discesa dal monte. Riprende la vita ordinaria.
È il segno della dimensione quotidiana dell’esistenza, segnata talvolta, o spesso, da fatiche, sofferenze fisiche e morali, conflitti, insuccessi, presenza di ostacoli, esperienza del male.
Come andare avanti in queste situazioni?
La fede nel Cristo Risorto trasmette luce e forza per camminare nella via della passione.
Per agire e progettare ogni persona ha bisogno di trovare il senso di quello che fa.
Diversamente cade nella scontentezza e nello scoraggiamento.
Quando una persona ha la consapevolezza, nella fede, di essere avvolta dall’amore di Dio e di essere coinvolta nel suo progetto salvifico riesce a dare senso a tutte le attività e iniziative.
Niente appare privo di senso.
Anche i gesti più piccoli e insignificanti sono compiuti con impegno e amore perché visti come importanti nel rapporto con Dio.
E soprattutto non ci si stanca di fare il bene.
Un esempio di perseveranza nel bene si può vedere nella vita di un testimone vicino alla nostra realtà, monsignor Virgilio Angioni.
Dichiarato venerabile nel 2004, e vissuto tra il 1878 e il 1947, ha realizzato tante opere di carità.
La sua idea principale era la fiducia sconfinata nella Provvidenza divina.
Nel 1923 fondò a Cagliari l’Opera del Buon Pastore, mostrando attenzione ai più poveri tra i poveri e sostenendoli con ciò che riusciva a raccogliere dalla generosità delle persone.
Queste opere di carità sono il segno di come, da cristiano e da sacerdote, ha saputo ascoltare la voce del Figlio di Dio, l’Amato.
Le due fasi del racconto evangelico rappresentano la vita delle persone.
La vita ordinaria si svolge giù dal monte, però riceve luce e forza da quei momenti brevi ma intensi, vissuti nella preghiera e nella contemplazione, in cui si percepisce la vicinanza e la tenerezza di Dio
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