Gesù disse: «Ve­gliate in ogni momento pregando»

I Domenica del Tempo di Avvento (Anno C)

Dal Vangelo secondo Luca

In quel tempo, Gesù disse ai suoi discepoli: «Vi saranno segni nel sole, nella luna e nelle stelle, e sulla terra angoscia di popoli in ansia per il fragore del mare e dei flutti, mentre gli uomini moriranno per la paura e per l’attesa di ciò che dovrà accadere sulla terra.

Le potenze dei cieli infatti saranno sconvolte.

Allora vedranno il Figlio dell’uomo venire su una nu-be con grande potenza e gloria.

Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina.

State attenti a voi stessi, che i vostri cuori non si appesantiscano in dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita e che quel giorno non vi piombi addosso all’improvviso; come un laccio infatti esso si abbatterà sopra tutti coloro che abitano sulla faccia di tutta la terra.

Vegliate in ogni momento pregando, perché abbiate la forza di sfuggire a tutto ciò che sta per accadere, e di comparire davanti al Figlio dell’uomo». 

(Lc 21,25-28,34-36)

Da questo numero sarà don Diego Zanda, docente della Facoltà Teologica, a commentare il Vangelo.

Il grazie a don Davide Meloni per il servizio reso nelle ultime settimane.

Commento a cura di Diego Zanda

Il Vangelo che apre l’Anno Liturgico in questa prima domenica di Avvento sembra a prima vista tutt’altro che una «lieta notizia».

Il giorno del Signore, il giorno del suo avvento è un giorno «tremendo», per il quale bisogna essere preparati, per il quale occorre «avere la forza per fuggire a tutto ciò che sta per accadere»: «Dies irae, dies illa».

Eppure, pur con un linguaggio a noi oggi un po’ estraneo, la Scrittura vuole donarci la chiave per leggere nella nostra vita attuale ciò che vivremo in pienezza in quel giorno così tremendo.

Cerchiamo di capire.

Il linguaggio usato dall’evangelista Luca è quello «apocalittico», che, a dispetto del nome altisonante, era un linguaggio molto comune e piuttosto comprensibile al tempo di Gesù.

È un linguaggio altamente simbolico, che non deve mai essere letto alla lettera. Proviamo a decifrarlo. Sole, luna e stelle sono gli astri posti da Dio come punti di orientamento: «il sole per regolare il giorno, la luna e le stelle per regolare la notte», dice il Salmo 135.

Lo sconvolgimento del cielo esprime quindi una radicale mancanza di punti di riferimento.

Il mare nella Scrittura è invece sinonimo di morte: il «fragore del mare e i flutti» indicano ancora una volta una situazione di angoscia, una situazione che non si riesce più a dominare e di cui si è perso totalmente il controllo. 

Se riflettiamo bene, anche la nostra vita tante volte non è dissimile dal quadro appena illustrato: quante volte quei punti di riferimento che credevamo stabili iniziano a scricchiolare e a venir meno; quante volte facciamo esperienza di una totale mancanza di controllo delle cose della vita, per cui ci sentiamo in balia delle onde che nelle nostre giornate si infrangono su di noi.

Se capisco che questa esperienza è anche la mia, posso allora cogliere la portata che si cela dietro l’annuncio del Vangelo di questa domenica: «Quando cominceranno ad accadere queste cose, risollevatevi e alzate il capo, perché la vostra liberazione è vicina».

Quando vivo lo sconvolgimento nella mia vita, quando perdo il controllo, quando sembra tutto vano, quando mi sento perso, è in quel momento che posso sperimentare la liberazione di Cristo che viene nella mia vita e la salva.

Solo Cristo è infatti l’unico punto di riferimento dell’uomo, l’unica roccia salda su cui poter fondare la propria esistenza. 

Per questo motivo Gesù esorta a non appesantirci in «dissipazioni, ubriachezze e affanni della vita»: egli vuole che la nostra vita non si disperda, non sia gettata in cose vane che fungono da narcolettici o da surrogati di Cristo: solo Lui è Colui che salva.

La venuta liberante di Cristo è allora una venuta da attendere, con gioia e con vigilanza, con trepidazione e nella preghiera: l’attesa di quel giorno «tremendo» diventa l’attesa del giorno della mia liberazione, in cui posso comparire davanti al Figlio dell’uomo, nella gioia e nella consapevolezza che Egli solo è Colui che orienta e tiene salda la mia esistenza. 

Facciamo allora nostra la preghiera propria dell’Avvento: Vieni Signore Gesù.

Vieni, sii il mio punto di riferimento, la mia roccia salda, il mio liberatore.

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