Formare le coscienze alla cura del creato
Uno spettacolo triste e già visto. Non si può che definire così la realtà tragica degli incendi che ogni anno nella stagione estiva colpisce la Sardegna rendendola sempre più un deserto. Solo nel primo fine settimana di luglio, ad esempio, sono andati in fumo oltre quattromila ettari di territorio.
In una terra già aggredita da varie forme di povertà non lascia indifferenti il fatto che, spesso per cause dolose, venga distrutto il tesoro della natura con la sua bellezza unica e anche con le possibilità economiche che vi sono legate.
Di fronte alle ennesime notizie di distruzione, un pericolo terribile è quello della rassegnazione.
Per arginare il fenomeno degli incendi le istituzioni sono chiamate a portare avanti un’opera vigorosa di prevenzione e di sicurezza: allo stesso tempo è necessario che questo sforzo sia accompagnato da una radicale svolta culturale sul tema dell’ambiente.
In questa linea è di grande aiuto l’insegnamento di papa Francesco nell’enciclica «Laudato si’».
Riprendendo il Cantico delle Creature di san Francesco d’Assisi, il Santo Padre descrive la creazione come una «sorella» che «protesta per il male che le provochiamo, a causa dell’uso irresponsabile e dell’abuso dei beni che Dio ha posto in lei» (n. 1). Il santo di Assisi «fedele alla Scrittura, ci propone di riconoscere la natura come uno splendido libro nel quale Dio ci parla e ci trasmette qualcosa della sua bellezza e della sua bontà» (n. 12).
Per papa Francesco se noi ci accostiamo al creato senza l’apertura «allo stupore e alla meraviglia, se non parliamo più il linguaggio della fraternità e della bellezza nella nostra relazione con il mondo, i nostri atteggiamenti saranno quelli del dominatore, del consumatore o del mero sfruttatore delle risorse naturali, incapace di porre un limite ai suoi interessi immediati» (n. 11).
Il Santo Padre sottolinea l’importanza di formare le coscienze alla cura dell’ambiente e mette in evidenza come questo compito impegni la Chiesa e l’intera società. Si tratta di portare avanti la «cultura della cura», capace di contrastare sia con le «grandi strategie» che con i «piccoli gesti quotidiani» il degrado ambientale (n. 231).
Il tempo del riposo estivo può essere così un’occasione straordinaria di incontro con Dio attraverso lo splendore del creato. La multiforme bellezza della Sardegna offre a questo proposito numerose occasioni.
Pablo Dominguez, il sacerdote spagnolo al quale è stato dedicato il celebre film «L’ultima cima», descriveva così l’esperienza di fede che si può fare nell’incontro con il creato: «Scoprire la grandezza di Dio, la trascendenza di Dio, l’immensità di Dio, scoprire Dio Creatore. Pensare alla Creazione è spettacolare […] Dio è la prima scoperta e noi dobbiamo farci impressionare da questo» Il vertice di questo incontro lo si ritrova — come spiega papa Francesco nella «Laudato si’» — nel Mistero Eucaristico: «L’Eucaristia unisce il cielo e la terra, abbraccia e penetra tutto il creato. Il mondo, che è uscito dalle mani di Dio, ritorna a Lui in gioiosa e piena adorazione» (n. 236).
Quella che propone papa Francesco è una sfida culturale e spirituale: alla cultura della morte e della distruzione si deve opporre quella della vita e della bellezza. Siamo tutti chiamati a vivere questo impegno.
Roberto Piredda
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