Entrò di sabato nella sinagoga di Cafarnao IV Domenica del Tempo Ordinario (Anno B)
Dal Vangelo secondo Marco
In quel tempo, Gesù, entrato di sabato nella sinagoga, a Cafàrnao, insegnava. Ed erano stupiti del suo insegnamento: egli infatti insegnava loro come uno che ha autorità, e non come gli scribi.
Ed ecco, nella loro sinagoga vi era un uomo posseduto da uno spirito impuro e cominciò a gridare, dicendo: «Che vuoi da noi, Gesù Nazareno? Sei venuto a rovinarci? Io so chi tu sei: il santo di Dio!». E Gesù gli ordinò severamente: «Taci! Esci da lui!». E lo spirito impuro, straziandolo e gridando forte, uscì da lui.
Tutti furono presi da timore, tanto che si chiedevano a vicenda: «Che è mai questo? Un insegnamento nuovo, dato con autorità. Comanda persino agli spiriti impuri e gli obbediscono!».
La sua fama si diffuse subito dovunque, in tutta la regione della Galilea.
Commento a cura di Franco Puddu
Contro il pregiudizio di un Vangelo che sembra presentare gli episodi senza ordine, iniziamo con quelli che sono intenzionalmente raggruppati in una giornata di sabato a Cafarnao e intorno al suo lago. Tale connotazione geografica caratterizza il vangelo di Marco, fino al versetto 3,6, che presenta Gesù che insegna con autorità e compie opere di salvezza.
Anche nella piccola Cafarnao c’era una sinagoga frequentata per la preghiera, la lettura e la spiegazione della legge.
Come era permesso ai presenti specialmente adulti, Gesù prende la parola per insegnare e, nell’occasione, libera un uomo posseduto dalla spirito impuro con la potenza della sua parola, non tanto con un lungo e articolato esorcismo, magari carico di formule e gesti magici secondo la prassi del tempo: sono posti in evidenza un ordine lapidario e l’immediata esecuzione.
L’evangelista Marco racconta all’interno della mentalità culturale del tempo, secondo cui l’azione demoniaca era all’origine del male fisico dell’uomo, soprattutto delle malattie non diagnosticabili con le conoscenze che abbiamo oggi, Gesù non si discosta dall’agire nei termini della cultura del suo tempo, lo esige la dinamica dell’incarnazione.
Il male che si esprime nell’uomo, anche con comportamenti incomprensibili e incontrollabili, quale poteva essere per un malato di mente del tempo o un possesso dal demonio, provoca immediatamente Gesù, che agisce con la forza della sua parola senza lasciare scampo al provocatore, nel caso lo spirito impuro che lo apostrofa rivelandone l’identità.
Proprio nel dialogo si percepisce la debolezza dell’avversario, che attacca per primo quasi a difendersi da colui che lo sconfigge, cedendo al più forte con manifestazioni di rabbia e di dispetto.
La sinagoga è il teatro, i protagonisti della scena sono Gesù e lo spirito impuro, il destinatario della guarigione rimane in ombra, gli spettatori sono la gente della sinagoga e della Galilea, senza specificazioni. Il Vangelo vuole porre in evidenza l’autorità e l’autorevolezza di Gesù con la forza della sua parola, «un insegnamento nuovo» «come uno che ha autorità», e l’efficacia della sua opera di salvezza.
I veri destinatari sono coloro ai quali è annunciato il Vangelo, che sono invitati a riconoscere nelle parole e nelle opere di Gesù l’unica «novità», non semplicemente alternativa alla autorità degli scribi nell’interpretazione delle Scritture, o a qualche altra autorità nella quale si possa dare fiducia per ciò che si tratta di combattere la radice del male nell’uomo, ma «nuova» nel senso di qualcosa mai sentito prima che irrompe nella storia, la vera presenza di Dio che rigenera e dà vita all’uomo, anche quando è immerso o è vittima dell’influenza del maligno.
Due reazioni si esprimono dinanzi alla parola-azione di Gesù: quella del demonio sconfitto che svela il mistero di quella efficacia, «Io so chi tu sei: il santo di Dio!», e cerca ancora di procurare danni «straziandolo e gridando forte», quella della folla che riconosce la presenza di Dio in Gesù, in Lui si profila l’azione di Dio, «Egli parlò e tutto fu creato, comandò e tutto fu compiuto» (Sal 33,9).
Tutto viene confermato dal raccordo tra sabato, sinagoga, efficacia della azione-parola di Gesù, stupore, meraviglia e lode dei presenti: non si può che essere davvero contenti dell’annuncio che la radice del male può essere sconfitta.
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