Devozione e preghiera a «Sant’Efis gloriosu»
Il 25 aprile il via alle celebrazioni per la festa solenne
Devozione e preghiera a «Sant’Efis gloriosu».
È iniziato il tempo delle celebrazioni solenni per il martire guerriero, «Sant’Efis».
Come ogni anno l’Arciconfraternita del Gonfalone sotto la protezione di Sant’Efisio, ha dato il via alla serie di riti che culmineranno lunedì 1 maggio nel grande abbraccio di folla per la vie del centro di Cagliari, ma anche lungo il percorso dei quattro giorni di pellegrinaggio verso il luogo del martirio, Nora, dove i residenti di Pula e dintorni attendono «Sant’Efis gloriosu».
Martedì 25 l’ingresso del cocchio nella chiesetta di Stampace con la consegna delle bandiere e dei gonfaloni ai miliziani, e della bandiera al Terzo Guardiano, una delle figure centrali di tutta la festa.
Sabato la vestizione del simulacro con gli abiti della festa.
Tutti i momenti solenni sono accompagnati dal canto e dalla preghiera di confratelli, consorelle e numerosi fedeli.
Passata l’emergenza pandemica, domenica la cerimonia di ornamento del simulacro con gli ex-voto, seguita dalla Messa di intronizzazione di sant’Efisio nel cocchio e in serata la solenne celebrazione presieduta da monsignor Giuseppe Baturi.
Infine il lunedì, il giorno della festa con Messa dalle 7 alle 10, alle 11 la Messa dell’Alter Nos, il rappresentante del Comune, quest’anno il consigliere Roberto Mura, e infine alle 12 la partenza verso Nora, tra ali di folla, centinaia di figuranti in costume, decine di cavalieri.
Un tripudio di colori, suoni e tradizioni di un’Isola che continua, nonostante tutto, a testimoniare una autentica fede verso la figura del martire.
«Per noi – dice Andrea Loi, presidente dell’Arciconfraternita di Sant’Efisio – resta centrale l’aspetto di devozione al Santo. La grande festa che si celebra ogni anno il 1 maggio è di certo molto seguita ma per noi restano centrali i momenti di preghiera e le celebrazioni, frutto di un cammino che si snoda lungo tutto l’anno».
Per i confratelli e le consorelle, un’ottantina, l’adesione al sodalizio si snoda in appuntamenti settimanali con la celebrazione eucaristica, la continua preghiera, elementi essenziali di una religiosità che va nutrita con questi momenti.
«Le manifestazioni pubbliche, con tante persone, il corollario di tradizioni – ricorda ancora Loi – per noi vanno bene ma resta essenziali la devozione e il percorso di fede che segna la nostra vita lungo tutto l’anno, come testimoniano i recenti riti della Settimana Santa, con il simulacro portato a spalla in diverse occasioni per le vie della città, in un clima fatto di preghiere e canti».
Dopo il bagno di folla di lunedì il pellegrinaggio verso il luogo del martirio, il simulacro sempre accompagnato dai confratelli e le consorelle, fino viaggio di ritorno che si conclude con lo scioglimento del voto, che la municipalità ha fatto nel Seicento in piena pestilenza, cessata grazie a «Sant’Efis gloriosu».
Devozione e preghiera a «Sant’Efis gloriosu».
Roberto Comparetti
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