Dal Policlinico di Monserrato sale la preghiera a Maria

L’Arcivescovo ha celebrato l’Eucaristia nella Cappella

Dal Policlinico di Monserrato sale la preghiera a Maria.

Una Messa per chiedere l’intercessione di Maria sul lavoro di chi assiste i malati in ospedale e per chi è ricoverato in questo tempo così problematico.

Nella mattinata di oggi l’Arcivescovo Baturi ha celebrato l’Eucaristia nella cappella del Policlinico universitario di Monserrato, insieme ai cappellani don Andrea Piseddu e don Francesco Farris.

Presenti i massimi dirigenti della struttura, la commissaria straordinaria del Policlinico, Agnese Foddis, e il direttore sanitario, Ferdinando Coghe, oltre a diversi medici responsabili di reparto e personale infermieristico.

Ad animare la liturgia il coro degli adulti della parrocchia di San Pietro Pascasio a Quartucciu.

Una celebrazione semplice, nella quale si è voluto porre al centro dell’attenzione il prezioso lavoro che quotidianamente viene svolto da decine di persone, tutte rivolte ai più deboli, agli indifesi.

«Come Gesù – ha detto nell’omelia l’Arcivescovo – voi vi chinate sulla sofferenza dell’Uomo. Gesù che è medico ma che è anche paziente».

Nelle parole di monsignor Baturi il riferimento al tema della vicinanza e del servizio per i malati.

«L’ospedale – ha ripreso l’Arcivescovo – ci mette a contatto con la nostra condizione umana nel suo bisogno fondamentale: il bisogno della vita, della salute e dello star bene».

«Spesso – ha proseguito – ci si differenzia su tante cose, fra tante idee, posizioni politiche, economiche culturali ma protestiamo alla semplice idea di finire o di non poter ambire ad una vita di conforto».

«Abbiamo bisogno di un benessere, come scrive il profeta Isaia, di una giustizia».

In ospedale ciascun uomo fa i conti con sé stesso. «Da un lato la propria vulnerabilità – ha ricordato Baturi – dall’altro dalla dipendenza dagli altri».

«Quando ci scopriamo nudi e poveri allora capiamo che il nostro destino è connesso a quello degli altri: dalla capacità, dalla cura e dalla professionalità degli altri».

«Ecco perché l’ospedale è un luogo importante, dove l’uomo esprime il suo bisogno di cura».

Nelle intenzioni della preghiera dei fedeli una in particolare è stata dedicata a don Alberto Pistolesi, il giovane sacerdote morto in un incidente stradale il 1 dicembre: come parroco di santa Barbara a Sinnai, don Alberto aveva avviato un gemellaggio spirituale con la cappellania del Policlinico.

A fine celebrazione monsignor Baturi ha benedetto un quadro raffigurante l’Immacolata che sarebbe dovuto essere consegnato alla parrocchia di Sinnai e che verrà donato non appena verrà nominato il sostituto del compianto don Alberto.

Al termine della Messa l’Arcivescovo, accompagnato dai cappellani e dai dirigenti della struttura, ha visitato alcuni reparti del Policlinico, dove ha incontrato il personale e salutato alcuni degenti.

Roberto Comparetti

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