Contrastare la violenza su donne e minori Carla Tommasi è la responsabile del centro antiviolenza e antistalking, e della casa rifugio di Cagliari
Contrastare la violenza sulle donne perché si registra una vittima ogni tre giorni. Questo il preoccupante bilancio, secondo dati Istat riferiti al 2016, delle donne vittime di femminicidio in Italia. Nell’anno ancora in corso il trend conferma la media.
La cronaca racconta un copione che pare già scritto, nel quale teatro degli omicidi e delle violenze rimane prevalentemente il contesto familiare.
Sono diverse, anche in Sardegna, le realtà sorte come strumento valido al contrasto del fenomeno. Tra queste emergono il centro antiviolenza e antistalking e la casa rifugio, nati a Cagliari come costola dell’associazione Donne al traguardo.
«La nostra – spiega la coordinatrice del centro, Claudia Tommasi – rappresenta una realtà strutturata sul territorio che ha radici lontane nel tempo. Lavoriamo in equipe contando su diverse figure professionali: psicologi, assistenti sociali, educatori, mediatori culturali, counselor e volontarie. Il team coopera con le strutture sociali territoriali per dare risposta alle donne coinvolte in quella che rappresenta una vera e propria piaga. Sostenere concretamente le vittime per elaborare il trauma, riparare i danni subiti e riconquistare una vita autonoma».
Oltre cento donne in Italia, ogni anno, vengono uccise da uomini, quasi sempre quelli che sostengono di amarle. Ma ai femminicidi si sommano violenze quotidiane, spesso non registrate, che costituiscono un sommerso allarmante e, se non fermate in tempo, causa di nuove potenziali vittime.
Per la coordinatrice del centro antiviolenza «le donne che almeno una volta nel corso della loro vita, sono state vittime di abusi, si stima siano circa sette milioni. La nostra realtà – dettaglia Tommasi – sorge nell’ambito della rete antiviolenza istituita dalla Regione Sardegna, in collaborazione con il comune di Cagliari. Offriamo gratuitamente, 24 ore su 24, supporto, risposte e aiuto alle donne e ai minori vittime di maltrattamenti, violenza e abuso».
Il Centro cura anche le campagne di informazione e sensibilizzazione sul problema della violenza che si configura e si insinua in maniera trasversale all’interno del contesto sociale. Lavorare in rete e soprattutto di concerto con le forze armate è fondamentale.
«La scorsa primavera – spiega Claudia Tommasi – è stato sottoscritto un protocollo d’intesa tra l’Arma dei carabinieri e la nostra associazione, fondata a Cagliari nel 2001. Scopo dell’accordo, che di fatto suggella una sinergia datata, è quello di promuovere iniziative volte a contrastare la violenza contro le donne e i minori. Attraverso l’intesa miriamo a consolidare e capillarizzare un servizio di prossimità più efficace nel delicato settore. Dobbiamo dotarci di misure di protezione e messa in sicurezza delle vittime sempre più efficaci. Su questo versante l’informazione e la formazione del personale sono alla base dell’intervento di supporto. Non ultime le consulenze di carattere legale e il supporto psicologico, ma, d’altra parte, anche l’utilizzo di mezzi e persone capaci di aiutare le utenti a reinserirsi all’interno della società».
Se si vuole però che il sistema funzioni, occorre guardare all’altra parte della medaglia, quella delle vittime, le quali devono necessariamente superare i limiti dell’omertà, consentendo di portare alla luce i casi ancorati nella subdola realtà sommersa. «Per raggiungere questo obiettivo – conclude Tommasi – la Presidenza del Consiglio dei Ministri, attraverso il Dipartimento per le Pari opportunità, ha istituito un servizio pubblico che risponde al numero verde 1522, attivo 24 ore al giorno, come strumento di ascolto e denuncia».
Nei primi dieci mesi dell’anno, secondo quanto riferito dalla sottosegretaria alle Pari opportunità, Maria Elena Boschi, sono state 26.481 le chiamate ricevute, l’84 per cento sono arrivate da donne italiane, che nel 70 per cento dei casi hanno figli. Tra le chiamate totali, oltre quattromila sono arrivate da donne vittime di violenza e 630 sono servite per denunciare casi di stalking.
Maria Luisa Secchi
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