Coltivare, celebrare e solennizzare: verbi di chi anima la liturgia in parrocchia Da novembre nuovo corso per animatori liturgico - musicali
CoLiMus sta per «Corso per operatori musicali per la liturgia», ma in latino è un verbo che significa coltivare, celebrare, solennizzare. Già il nome dice la vocazione di un corso che intende preparare operatori con competenze sia musicali che liturgiche. La situazione, diciamolo con franchezza, salvo qualche felice eccezione è carente. I musicisti titolati mancano quasi sempre di formazione liturgica, mentre animatori attenti alle esigenze della liturgia spesso posseggono una scarsa formazione musicale, né è raro il caso in cui manchino entrambe le competenze. Il CoLiMus, attivato lo scorso anno dall’Ufficio liturgico diocesano insieme al Conservatorio statale di musica di Cagliari, intende colmare un vuoto formativo.
Tra gli allievi del primo anno vi è Maurizio Cancedda, animatore di pastorale giovanile della parrocchia di san Pietro ad Assemini: «Grazie al CoLiMus ho approfondito la conoscenza della liturgia e già nel campo-scuola estivo con i ragazzi ho utilizzato i materiali del corso negli incontri di formazione e, in concreto, nelle celebrazioni e nei canti. Il gregoriano è stata quasi una scoperta, ho migliorato le mie nozioni musicali di base e sono cresciuto nello studio dell’organo e nella formazione corale, mentre mi piacerebbe approfondire ancora le tecniche della direzione di coro».
Di un «bilancio esclusivamente positivo» parla un’altra allieva, Nicoletta Baraglia, direttrice del coro della Cattedrale di Iglesias: «Molto formativo è stato potersi confrontare con colleghi e docenti qualificati perché è importante capire il valore del nostro servizio all’interno della liturgia, dove la musica e il canto sono preghiera, manifestazione della bellezza e dell’amore di Dio. Materie come canto gregoriano, organo, storia della musica hanno arricchito ancora di più la nostra esperienza. Utilissime poi le simulazioni di animazione in cui abbiamo imparato i criteri per scegliere i canti più adatti alle celebrazioni». Una valutazione sintetica? «Posso dire che il CoLiMus è uno strumento straordinario e necessario per tutti quelli che vogliono mettersi a servizio della propria comunità parrocchiale come animatore musicale della liturgia».
Il corso è articolato su tre gruppi di materie: liturgiche, musicali e musicologiche. Si va dalla conoscenza della liturgia e dei suoi riti all’animazione liturgica e alla salmodia, dalla lettura della musica allo studio del pianoforte e dell’organo, dal canto gregoriano al canto corale, dalla direzione del coro alla guida dell’assemblea, dalla storia della musica sacra alla musicologia sino alla conoscenza di alcuni organi storici presenti nel territorio.
A chi si rivolge il CoLiMus? A chi presta il proprio servizio liturgico-musicale nelle parrocchie, ai seminaristi, agli studenti di musica, ai musicisti già titolati, con l’obiettivo che tutti posseggano un’adeguata formazione sia liturgica che musicale. Le parrocchie potranno promuovere la partecipazione dei propri animatori per superare un servizio ancora troppo spesso dilettantistico. Mentre gli organisti e i cantanti che ai matrimoni ancora eseguono le solite «Ave Marie di Schubert», magari in modo musicalmente ineccepibile, potranno capire quanto siano sbagliate tali scelte e finalmente offrire un servizio più qualificato.
Il primo anno si concluderà tra qualche settimana. Ora si guarda alla seconda edizione, che partirà nel mese di novembre con le iscrizioni aperte dalla metà di ottobre.
Fabio Trudu
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