Coldiretti: più fondi per superare la crisi del settore Difficile la situazione delle 12mila aziende agro-pastorali sarde. Stanziati 30 milioni di euro ma ne occorrono altri per mitigare gli effetti della siccità. Pronti alla protesta.

pastori-4L’estate 2017 sarà ricordata anche per la siccità dilagante e per la piaga degli incendi, che ha mandato in fumo ettari su ettari di coltivazioni e di boschi, con conseguenti pesanti danni a tutto il comparto agricolo e agli allevamenti isolani. Non si contano ormai le segnalazioni che, da tutta l’isola, danno il settore in costante affanno: la siccità ha comportato un netto calo della produttività dei terreni e, pertanto, le coltivazioni si sono drasticamente ridotte e diversi allevatori hanno dovuto ricorrere ad acquisti straordinari di fieno e di mangime per gli animali.

La Regione ha deciso di correre ai ripari. Nei giorni scorsi Giunta e capigruppo di maggioranza in Consiglio sono riusciti a trovare fra le pieghe del bilancio 30 milioni di euro per affrontare e superare rapidamente l’emergenza del comparto ovino.

Ma solo dopo l’approvazione di un disegno di legge, che la Giunta intende portare all’attenzione dell’aula di via Roma, potrà essere definito il percorso attraverso cui rendere spendibili in tempi rapidi le risorse. Le risorse vanno ad aggiungersi ai 15 milioni di euro già stanziati con una legge già approvata dal Consiglio.

Per Coldiretti Sardegna la cifra non è però sufficiente. «Chiediamo almeno 35 milioni di euro – afferma Luca Saba, direttore regionale dell’associazione agricola – perché possano essere mitigati gli effetti della siccità nell’isola nel settore degli allevamenti. E inoltre chiediamo una somma analoga da stanziare a favore di tutti gli altri settori che stanno subendo gravi difficoltà a causa della siccità. Siamo infatti un po’ delusi da una politica che arriva in ritardo. Già lo scorso 1 febbraio avevamo messo in piedi una manifestazione per denunciare lo stato in cui versava il settore, ma si è andati avanti fino a oggi con sit-in, ultimi quelli promossi dai pastori e dalla nostra associazione. Ribadiamo quindi le richieste formulate fino a questo punto, a sostegno delle 12.000 aziende sarde messe davvero fin qui a dura prova. Dalla politica ci aspettiamo comunque che abbia la forza di denunciare la speculazione in atto intorno al settore ovino, senza che nessuno prenda posizione e senza che si tenga conto di chi è stato al centro di questa speculazione e, magari, continua anche a percepire fondi».

Accanto alle annose questioni che attanagliano il settore, c’è chiaramente una componente legata al clima e alle elevate temperature. Eccetto le nevicate, non piove infatti ormai da mesi e mancano anche quei temporali estivi che, soprattutto nelle zone interne, davano un po’ di tregua e garantivano un minimo di approvvigionamento idrico.

«Non piovendo da mesi – commenta Luca Saba – è mancata di fatto quella forma di ristorazione per il sistema dell’allevamento sardo, fatto essenzialmente di pecore e di vacche, e per tutti i produttori, soprattutto delle colture tipicamente estive. C’è quindi una diffusa sofferenza con pesanti danni che stanno interessando l’ortofrutta, su tutti il pomodoro. Insomma tutto il comparto agricolo è sostanzialmente in ginocchio. E a questo si aggiunge una stagione passata caratterizzata da un prezzo del latte assolutamente iniquo per i pastori, con pesanti danni per le aziende gravate da scarsi ricavi. Stiamo affrontando un’annata veramente tragica e drammatica, che attraversa da nord a sud le campagne della nostra isola».

Andrea Pala

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