Chiara Lubich: 70 anni fa il viaggio in Sardegna Nella Mariapoli di Alghero il ricordo della fondatrice dei Focolari
Nell’aprile del 1949, Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, insieme ad altre due giovani che con lei, pochi anni prima (1943), animate da un ideale di unità, avevano dato inizio ad una nuova esperienza evangelica nel Nord Italia, a Trento, approdano in Sardegna su invito di un padre cappuccino.
Nell’annuale appuntamento della Mariapoli, che quest’anno si celebra ad Alghero ad 25 al 28 aprile, verranno ricordati i 70 anni del Movimento nell’Isola.
Nella città catalana arriveranno da nord a sud della Sardegna, giovani e adulti, ragazzi e famiglie, persone dei più diversi ceti sociali, culture e credo. «Immersi come siamo in una società sempre più frammentata e conflittuale – si legge nel comunicato – quei quattro giorni vorrebbero essere innanzitutto un’esperienza viva di quell’amore scambievole, di quella cultura della fraternità che è radice di ogni rinnovamento».
L’appuntamento sarà caratterizzata dall’apertura alla città. «Un filo d’oro – recita la nota – condurrà nel pomeriggio di giovedì 25, ad un intreccio tra la storia di Alghero e la storia delle Mariapoli, attraverso la voce di testimoni. Venerdì 26 avrà una coloritura distensiva e ecologica con gita a Porto Conte, flash mob e ancora, nei gazebo, con la presentazione di iniziative e progetti di economia innovativa e di solidarietà. Per aprirsi poi sabato, con uno zoom sul dialogo tra religioni e culture, la costruzione della pace, la riconversione dell’industria bellica».
Il 2019 segna anche il 70° dalla prima Mariapoli. Aveva avuto inizio spontaneamente nell’estate 1949, in un paesino ai piedi delle Dolomiti, dove Chiara Lubich insieme ad un gruppo di giovani, erano giunte per un po’ di riposo.
Le escursioni, la vita semplice di ogni giorno, tutto era animato dalla legge dell’amore evangelico che aveva fatto sperimentare una gioia e una luce straordinari: era esperienza del divino che faceva cantare: “E’ proprio il Paradiso dove c’è l’unità”. A poco a poco ogni anno si unisce un numero sempre maggiore di persone. Sono gli anni del difficile dopoguerra, quando faticano a rimarginarsi tra i popoli europei le ferite inferte dal secondo conflitto mondiale.
In quella valle giungono sud-tirolesi e italiani, francesi e tedeschi, che vedono sciogliersi odi e rancori.
A Fiera saliranno anche autorità civili e religiose, tra cui l’allora Presidente del Consiglio Alcide de Gasperi. “Che valgono le cariche se qui fratelli siam?” recitava un’altra vecchia canzone in voga allora. Ben esprime il senso di fraternità che si respirava.
Nel 1959, in due mesi, partecipano a turno, in 12.000 da molti Paesi europei.
La Mariapoli di quell’anno ha avuto la fisionomia di “una piccola Europa”.
E quest’estate, dal 14 luglio all’11 agosto, mentre l’Europa vive una profonda crisi per nuove spinte nazionaliste, in quella stessa valle, a Fiera di Primiero, si sta preparando una Mariapoli aperta ai 50 Paesi del nostro continente, alla riscoperta delle ricchezza dell’Europa nella sua diversità.
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