Paura e rassegnazione dopo il crollo all’Università

I sentimenti tra gli studenti della Facoltà di Lingue e letterature

Paura, rabbia e rassegnazione.

Sono i sentimenti che albergano tra gli studenti della Facoltà di Lingue e Letterature straniere dopo il crollo dell’Aula nel polo umanistico di Sa Duchessa in città.


Ieri sera la struttura è collassata: l’ex-aula magna di Geologia, utilizzata ora come aula di lezione e laboratori della facoltà di Lingue, è crollata, in particolare è venuto giù il tetto.


I ragazzi che uscivano dalla mensa e quelli che alloggiano nella vicina Casa dello studente si sono riversati in strada, atterriti dal fragore dei muri polverizzati e hanno chiamato i Vigili del Fuoco: arrivati immediatamente sul posto hanno costatato l’assenza di persone all’interno della struttura.


Per gli studenti però il crollo significa il ritorno dell’incubo della Dad.

«Per me – dice Alessandra Ragas di Porto Torres, studentessa di Lingue e Comunicazione, ospite del College Sant’Efisio – è stato uno shock, perché da poche settimane avevo iniziato le lezioni completamente in presenza, dopo il tempo di didattica a distanza. Quanto accaduto invece ha indotto i responsabili a farci riprendere la didattica a distanza. Non provo rabbia più che altro sono rassegnata».


A differenza della giovane di Porto Torres, in molti c’è rabbia «comprensibile – dice Alessandra – perché quanto accaduto è davvero pauroso. Ero nella zona della facoltà fino alle 20 e poco dopo l’edificio è crollato: se fosse successo due ore prima ora non sarei qui a parlarne. Terribile».

Paura e rassegnazione dopo il crollo.

La rabbia non è contro qualcuno ma per quanto accaduto «tantissimi di noi – ricorda la giovane – frequentano quell’edificio, dopo che ci hanno spostato dalla zona di Via San Giorgio. È una pura casualità che quanto accaduto si sia verificato ad aule vuote».

Comprensibile anche lo stato d’animo delle famiglie.

«Per fortuna – riprende la studentessa – ho chiamato mia madre la sera mentre rientravo al College e quindi li ho sentiti la mattina successiva. Erano preoccupati e spaventati per l’accaduto, ma sollevati che non fosse successo nulla di grave a me e ai miei colleghi».

Ora però tra gli studenti, non solo quelli del polo umanistico ma in generale dell’Ateneo, c’è timore per le condizioni delle strutture.

Paura e rassegnazione dopo il crollo.

«I colleghi del corso in Mediazione linguistica – racconta ancora la giovane – erano stati trasferiti dal campus “Aresu” a Sa Duchessa. Potrebbero decidere di farli ritornare al campus, anche se avranno timore per l’edificio che non è così nuovo».

Da segnalare in una parte dell’edificio è stato realizzato un intervento di ristrutturazione con l’istallazione di laboratori, ma non è quella interessata dal crollo.

«Di certo – conclude Alessandra – la parte crollata non era stata interessata da lavori di ristrutturazione ma è davvero impensabile che l’edificio sia collassato così».

Roberto Comparetti

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