La famiglia è l’unico antidoto all’estinzione
L’inverno demografico continua a segnare il nostro Paese
Da mercoledì 22 e fino a sabato 26 giugno si celebra il X Incontro mondiale delle famiglie.
Al centro il tema «L’amore familiare: vocazione e via di santità», che verrà declinato in diverse forme.
Nel nostro Paese il tema famiglia va di pari passo a quello dell’inverno demografico, quest’ultimo una questione prioritaria, insieme al sostegno delle politiche familiari, che saranno di certo portate all’attenzione nel corso degli incontri sia a Roma che in diocesi.
La necessità di sostegno alle politiche familiari è oggetto di attenzione non solo degli istituti di statistica ma anche di facoltosi imprenditori, come Elon Musk, patron di «Tesla», artefice dei viaggi in orbita, tra gli uomini più ricchi del mondo.
Di recente con un tweet ha avvertito il nostro Paese sulla deriva che si sta delineando sul versante demografico.
Musk, dall’alto dei suoi otto figli, avverte il nostro Paese, che insieme al Giappone detiene il record di popolazione anziana e di costante decrescita demografica, sul rischio estinzione.
I dati parlano chiaro: con questo trend, tra meno di mezzo secolo, il nostro Paese avrà 12 milioni di abitanti in meno.
Tra le regioni con il più basso tasso di natalità c’è la nostra Isola, che continua a vedere giovani in fuga verso migliori lidi, le zone costiere con meno residenti e quelle interne che continuano a registrare fenomeni di spopolamento, accentuati da tagli dei servizi, come poste, banche, ospedali, caserme delle forze dell’ordine e servizi sanitari.
La famiglia è l’unico antidoto.
Lo scorso anno l’Italia ha contato sette neonati e dodici morti ogni mille abitanti, in parte dovuti al Covid ma non solo: basti pensare a quanti non si sono potuti curare a causa del coronavirus.
Le ragioni di questa tendenza vanno ricercate in una mancanza di cultura della famiglia: è sufficiente verificare quale peso venga dato nelle campagne pubblicitarie alla natalità, alla genitorialità, alle famiglie con figli, a quale giudizio venga espresso su chi ha più di due figli, come se procreare fosse una colpa.
Sullo sfondo c’è la grande incertezza economica che non aiuta i giovani a mettere su famiglia: l’ingresso tardivo nel mondo del lavoro, la mancanza di sostegno alla maternità e alla paternità, e spesso gli imprenditori non agevolano l’assunzione di giovani donne, per il timore che possano figliare e quindi creare problemi ai loro incassi.
La famiglia è l’unico antidoto.
In sostanza manca una visione positiva della famiglia, vista come nucleo fondante della società: stiamo vivendo un tempo di parcellizzazione e individualismo.
Quelli che un tempo erano i legami sono stati sostituiti dalle connessioni, scrive il sociologo Zygmunt Bauman: «I “legami umani” sono stati sostituiti dalle “connessioni”. Mentre i legami richiedono impegno, “connettere” e “disconnettere” è un gioco da bambini».
Eppure basterebbe guardare quanto si fa negli altri Paesi, dalla Francia alla Germania, nazioni che hanno caratteristiche simile alle nostre, per capire come il sostegno alla genitorialità sia un fatto acquisito da tempo: lo conferma, ad esempio, l’estensione del congedo parentale ai padri di famiglia approvata in Francia.
Nei giorni scorsi Gigi De Palo, presidente del Forum famiglie, ha fatto un po’ di calcoli: l’insieme dei bonus erogati dai diversi governi negli ultimi anni ammonta a circa 133 miliardi di euro, quasi la metà della cifra erogata per il «Recovery Fund».
Chissà cosa si sarebbe potuto fare con un importo simile se si fosse sostenuta la famiglia, con azioni mirate, in modo da aiutare i nuclei familiari e i giovani desiderosi a metter su famiglia.
La scelta dei bonus è la cartina di tornasole sulla mancanza di una visione di insieme, che preferisce non scontentare nessuno.
Basterebbe alzare lo sguardo verso l’orizzonte per capire che, senza un prospettiva a lungo termine, il serio rischio è quello paventato da Elon Musk.
Roberto Comparetti
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