Muravera accoglie sette rifugiati in fuga dall’Ucraina
Si tratta di sette tra donne e minori, scappate dalla guerra.
Dopo la parrocchia Madonna della Strada di Cagliari anche quella di San Nicola di Muravera accoglie rifugiati dall’Ucraina.
Sette persone, tra donne e minori, sono giunte nell’Isola, con il supporto di «Open Arms», dopo due settimane di lungo e sfiancante viaggio attraverso l’Europa.
Stamani in Seminario la presentazione dell’iniziativa, che rientra tra le attività che la Caritas diocesana sta mettendo in campo, in collaborazione con le autorità.
La comunità sarrabese è pronta ad assicurare alle sette persone tutto il necessario per far ritrovare loro una relativa serenità lontana dal conflitto, anche se il pensiero delle ospiti, tutte donne, è per chi è rimasto in Ucraina.
Il direttore della Caritas, don Marco Lai, ha ribadito l’impegno a favore dell’accoglienza in una dinamica di corresponsabilità con le autorità. «La realtà diocesana – ha sottolineato il direttore – si sta dimostrando ancora una volta sensibile e capace di crescere nella cultura dell’accoglienza e della fratellanza, così come ci chiede Papa Francesco. La vera comunità accogliente continua a essere tale anche nel tempo e quindi se ci sarà bisogno abbiamo già ricevuto tante disponibilità (oltre 500 posti) per continuare ad accogliere».
Nella sala Benedetto XVI era presente anche monsignor Baturi, il quale ha sottolineato la capacità della Chiesa dell’Isola di mostrare solidarietà, affetto, avviando raccolte fondi e offrendo accoglienza per chi fugge dalla guerra.
«Un nuovo momento – ha detto l’arcivescovo – in cui manifestiamo la nostra accoglienza nei confronti dei fratelli ucraini che scappano da una situazione disastrosa».
«Ciò significa – ha specificato – la capacità della Chiesa, del popolo sardo di lasciarsi ferire dalle immagini e dalle notizie che arrivano, e di scendere in campo con la preghiera, la solidarietà, l’affetto, la raccolta fondi e un’accoglienza concreta: apriamo le nostre case a chi ha bisogno di recuperare una condizione di pace e stabilità. Ed è davvero un grande segno quello dell’incontro, attraverso cui possiamo diffondere una cultura di pace e dell’accoglienza».
Muravera accoglie sette rifugiati.
Per il parroco, don Emilio Manca, l’accoglienza è segno di condivisione e partecipazione: «La nostra comunità sta rispondendo con entusiasmo, con la voglia di mettersi in gioco e fare tutto il possibile affinché queste persone si sentano amate e parte integrante di essa; ci stiamo attivando affinché possano svolgere attività lavorative stagionali, in modo da favorire ulteriormente il loro inserimento nella nostra realtà durante la loro permanenza».
Maggiori particolari nel servizio, curato da Maria Chiara Cugusi, sul numero del nostro settimanale in distribuzione a partire da mercoledì 30 marzo.
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