Mentre Gesù pregava, il suo volto cambio d’aspetto
II Domenica del Tempo Ordinario (Anno C)
Dal Vangelo secondo Luca
In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giovanni e Giacomo e salì sul monte a pregare. Mentre pregava, il suo volto cambiò d’aspetto e la sua veste divenne candida e sfolgorante.
Ed ecco, due uomini conversavano con lui: erano Mosè ed Elia, apparsi nella gloria, e parlavano del suo esodo, che stava per compiersi a Gerusalemme.
Pietro e i suoi compagni erano oppressi dal sonno; ma, quando si svegliarono, videro la sua gloria e i due uomini che stavano con lui.
Mentre questi si separavano da lui, Pietro disse a Gesù: «Maestro, è bello per noi essere qui. Facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elìa».
Egli non sapeva quello che diceva.
Mentre parlava così, venne una nube e li coprì con la sua ombra.
All’entrare nella nube, ebbero paura.
E dalla nube uscì una voce, che diceva: «Questi è il Figlio mio, l’eletto; ascoltatelo!».
Appena la voce cessò, restò Gesù solo.
Essi tacquero e in quei giorni non riferirono a nessuno ciò che avevano visto.
Commento a cura di Davide Piras
La II domenica di Quaresima ci propone il Vangelo della Trasfigurazione di Gesù.
Lui è l’Israele compiuto, l’Unto di Dio in grado di trascorrere quaranta giorni nel deserto e di affrontare da Figlio le lusinghe del divisore, ma anche di salire sul monte a pregare.
San Luca sottolinea questo aspetto importante: presi con sé Pietro, Giovanni e Giacomo, Gesù, nuovo Mosè, dalla valle di Jezreel in Galilea compie una salita e a 588 metri di altezza, mentre entra in preghiera, l’aspetto del suo volto muta e il suo vestito diventa sfolgorante, capace di emettere una luce tersissima (cf Lc 9,28-29).
I discepoli hanno Gesù come loro unico modello di preghiera e da Lui imparano come si prega: subito dopo il primo sconcertante annuncio della passione e risurrezione (cf Lc 9,21-27), ai discepoli, impauriti dal discorso della croce, Gesù, mentre prega, mostra il suo volto trasfigurato perché vincano ogni paura.
Mentre Gesù pregava.
Come nel deserto Gesù, il Figlio, sceglie lo stile del Padre, così sul monte i discepoli seguono lo stile di Gesù, quello della preghiera, capace di trasfigurare l’offesa della croce in vessillo di vittoria.
Sul monte, i tre discepoli fanno un’intensa esperienza di preghiera: vedono il volto glorioso di Gesù; percepiscono l’arrivo di due uomini importanti.
Sono Mosè, testimone sommo della Legge rivelata, ed Elia, il gigante della profezia.
La Legge e la profezia discorrono con Gesù del suo esodo, della sua morte e della sua risurrezione, alle quali sta andando incontro mentre sale verso Gerusalemme (vv. 30-31).
Mentre Gesù pregava.
I discepoli presenti subiscono tutto il fascino e la pesantezza dello scenario che si dispiega loro mentre pregano: la tentazione del sonno li opprime, tuttavia perseverano nella veglia e tengono aperti i loro occhi tanto quanto basta per partecipare all’esperienza del divino, della quale sono stati destinatari (v. 32).
In questo modo intendiamo la proposta esaltante di Pietro, per il quale quella finestra sul mistero era così bella che si dichiara pronto a costruire tre capanne, al fine di trattenere quel momento tanto straordinario ed eludere il sentiero della passione (v.33).
La risposta al ragionamento mondano dell’apostolo si percepisce chiaramente con il passaggio dallo splendore della gloria all’ombra cupa della nube, simbolo dell’irruzione di Dio, che avvolgendo ogni cosa incute paura nei discepoli (v. 34).
La voce del Padre, che sulle acque del Giordano era diretta a Gesù (cf Lc 3,22), sul monte si fa sentire dalla nube per i discepoli: «Lui è il mio figlio, l’eletto; ascoltatelo!» (v. 35).
Mentre Gesù pregava
La voce del Padre invita i discepoli ad aderire al progetto di amore che Lui ha per il Figlio, ad ascoltare la voce del Figlio obbediente al Padre fino alla fine, senza cercare interpretazioni distorte dell’annuncio fatto poco prima della passione e della risurrezione (cf Lc 9,22).
Cessata la visione, Gesù si mostra nella sua piena umanità, in profonda solitudine: i discepoli mantengono il segreto di quanto hanno vissuto in quanto non accettano la voce del Figlio e nell’ora decisiva del Getsemani si daranno alla fuga.
Gesù rimane solo, obbedisce al Padre suo, si prepara a vivere la solitudine apicale del tradimento e dell’abbandono (v. 36). Per noi è la voce del Padre: «Ascoltate Lui!».
© Copyright Il Portico