Se il divertimento diventa disprezzo per l’altro

Sindaci in campo contro gli incivili e la «malamovida.

In queste ultime settimane diversi sindaci dell’Isola hanno emanato ordinanze restrittive sulla consumazione di alcolici e bevande nelle zone del centro, durante le ore serali e notturne. 

In particolare a Cagliari è fatto divieto di vendita per asporto – anche attraverso distributori automatici – di bevande alcoliche in qualunque contenitore e di ogni altra bevanda in contenitori di vetro, dalle 21 alle 6 di tutti i giorni feriali, festivi e prefestivi, nei quartieri di Marina, Stampace, Castello, Villanova.

Il numero di episodi registrati dalle cronache e quelli segnalati attraverso i social, mostra di fatto un totale disinteresse per la quiete pubblica e per il riposo altrui, oltre all’inciviltà che emerge dai rifiuti abbandonati in strade e piazze.

Anzi c’è chi come ad Olbia ha pensato bene di attaccare le forze dell’ordine intervenute dopo che alcuni ragazzi importunavano i passanti in centro.

Anche a Cagliari il sindaco Truzzu ha chiesto più controlli, dopo il proliferare della cosiddetta «malamovida» che, negli ultimi fine settimana, ha interessato il centro della città. 

Lo scorso weekend le zone maggiormente frequentate sono di fatto rimaste sotto stretto controllo delle forze dell’ordine e non si sono registrati particolari problemi, eccetto alcune infrazioni per il mancato uso di mascherine o l’eccessiva vicinanza tra i tavoli di alcuni locali.

Anche a Quartu il sindaco, Graziano Milia, nei giorni scorsi ha annunciato un maggior controllo della città durante la notte, in modo da prevenire episodi di disturbo della quiete pubblica e di abbandono dei rifiuti per strada, insieme ad una verifica sulle emissioni acustiche delle attività di intrattenimento.

Ci sono poi centri dove al momento i residenti sembrano non avere pace. 

Tra questi c’è di sicuro Sestu, dove, come ha denunciato più volte attraverso i social anche il parroco di Nostra Signora delle Grazie, don Franco Puddu, è oramai impossibile dormire nelle notti del fine settimana. 

Le immagini dei residui di pasti consumati nei pressi della parrocchia mostrano il grado di inciviltà raggiunto.

Un segno di come il divertimento venga vissuto senza rispetto per gli altri. 

Nonostante le denunce e le segnalazioni ben poco è cambiato e di certo non si può pensare che ogni fine settimane occorra mobilitare decine di uomini delle forze dell’ordine per ovviare all’inciviltà di pochi.

Anche in questo caso ritorna dunque in primo piano la necessità di un lavoro preventivo ed educativo. 

Occorre offrire alternative allo sballo da alcool e stupefacenti.

In molti casi i protagonisti di questi episodi sono ragazzi e ragazze privi di adulti di riferimento, di genitori presenti e vigili sulla vita dei propri figli.

Il problema, dunque, non è solo dei giovani ma, molto spesso, degli adulti che hanno abdicato al ruolo di guida e di riferimento, lasciando i propri figli privi di norme di comportamento e di quelle regole necessarie alla convivenza.

In fase emergenziale si può anche ricorrere al deterrente della forza pubblica ma, come ha mostrato il periodo di chiusura per la pandemia, solo chi ha a cuore il bene pubblico riesce a dare ragione ad una limitazione della libertà personale. 

Quest’ultima non può però essere vissuta come primato delle proprie pulsioni a discapito delle esigenze altrui.

Roberto Comparetti

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