Quando lo videro si prostrarono ma essi dubitarono
Solennità della Santissima Trinità (Anno B)
Dal Vangelo secondo Matteo
In quel tempo, gli undici discepoli andarono in Galilea, sul monte che Gesù aveva loro indicato.
Quando lo videro, si prostrarono. Essi però dubitarono.
Gesù si avvicinò e disse loro: «A me è stato dato ogni potere in cielo e sulla terra. Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo, insegnando loro a osservare tutto ciò che vi ho comandato. Ed ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Commento a cura di Davide Meloni
Celebrare la solennità della Santissima Trinità è l’occasione per metterci davanti a una verità di fede che è tutta da riscoprire.
Spesso infatti nella coscienza dei cristiani il fatto che Dio sia Trinità è visto come una verità fredda e in fondo superflua.
Una di quelle nozioni che si imparano a catechismo ma che ben poco hanno a che fare con le nostre domande ed esigenze più profonde.
Niente di più lontano dal vero. Dire che Dio è Trinità significa infatti ricordarci che l’essenza stessa di Dio è comunione, è amicizia.
San Giovanni nella sua prima lettera lo dice con queste parole: «Dio è amore».
Questo annuncio dovrebbe correggere tante immagini fuorvianti che si hanno di Dio.
Non è raro infatti che lo si pensi come un essere perfettissimo ma distante dalle nostre vite, o come un giudice giusto ma senza misericordia, o ancora come un ente supremo che ha creato tutto con grande maestria ma che è in fondo indifferente ai nostri destini individuali.
Invece Dio è Trinità, Dio è amore.
Questo annuncio porta con sé tante conseguenze.
Ad esempio ci ricorda che tutta la realtà è creata dall’amore, che ciascuno di noi è stato voluto da un Dio che è amore, che quando lo preghiamo ci rivolgiamo a un Dio che è amore, che alla fine della nostra vita incontreremo il suo amore.
La liturgia della Parola di oggi fa un passo ulteriore e ci dice che Dio non solo è amore, ma è amore incessantemente presente tra gli uomini.
Non basta infatti riconoscere che Dio è amore se non si fa esperienza della sua vicinanza qui ed ora.
Occorre invece riconoscere che la Trinità è mistero insondabile, che ci supera infinitamente, ma allo stesso tempo è vicina, è presente, abita in mezzo a noi, abita in noi.
La liturgia della Parola di questa domenica sottolinea a più riprese la prossimità di Dio, la sua presenza nel nostro mondo, nelle nostre storie personali e collettive.
La prima lettura, tratta dal libro del Deuteronomio, ci ricorda che Dio è presente e agisce nel mondo, fa sentire la sua voce, è all’opera nelle vicende del suo popolo: «Vi fu mai cosa grande come questa e si udì mai cosa simile a questa? […] il Signore è Dio lassù nei cieli e quaggiù sulla terra: non ve n’è altro».
Dio è amore e viene nelle nostre vite, è vicino e abita il nostro mondo, le nostre città, le nostre famiglie, le nostre comunità, i nostri cuori.
Sta in mezzo a noi.
Non è un Dio «di passaggio», un Dio che solo occasionalmente si ricorda di noi.
Il Vangelo riprende il tema della prossimità di Dio. Anzitutto ci ricorda che, nonostante vedessero Cristo risorto, i discepoli «dubitarono».
Questo fatto ci può sconcertare, e allo stesso tempo ci aiuta a non scandalizzarci se tante volte, nonostante tutti i doni di grazia che abbiamo ricevuto, ci accorgiamo di avere una fede debole.
Il brano prosegue con alcune affermazioni fortissime di Gesù: «A me è stato dato ogni potere in cielo e in terra».
La realtà è in mano sua, è lui che guida la storia e destini delle persone, ed è più forte di qualsiasi male.
Poi aggiunge: «Andate dunque e fate discepoli tutti i popoli, battezzandoli nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo».
Compito della Chiesa è annunciare il Vangelo, portare a tutti la vita nuova, coinvolgere le persone nel mistero stesso di Dio. ù
Infine l’affermazione conclusiva, frase da ripeterci tutti i giorni: «Ecco, io sono con voi tutti i giorni, fino alla fine del mondo».
Cristo è con noi, per sempre e in ogni aspetto della nostra vita, e con lui si rende presente e agisce in noi il mistero stesso del Dio uno e trino.
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