Scuole paritarie pubbliche escluse dal piano vaccinale
La denuncia arriva dal Tavolo di coordinamento
Decisione presa in coscienza o rinvio ad altro periodo?
Nessuna comunicazione in merito alla somministrazione dei vaccini è infatti giunta dagli organi competenti regionali al personale e ai docenti delle scuole pubbliche paritarie.
A denunciarlo è il Tavolo di coordinamento che raduna gli istituti scolastici di ispirazione cattolica.
«Siamo l’unica regione d’Italia – afferma il coordinatore don Michelangelo Dessì, religioso salesiano e direttore dell’istituto don Bosco di Cagliari – dove, non si sa bene per quale motivo, il piano vaccinale ha escluso esplicitamente i docenti delle scuole non statali, come se le scuole pubbliche paritarie fossero di serie B.
Forse ritengono che noi tutti siamo già immuni dal virus e, pertanto, non abbiamo bisogno di vaccinazione al contrario dei docenti della scuola pubblica».
Un trattamento dunque discriminatorio e, apparentemente, senza un motivo valido quello riservato alle scuole paritarie pubbliche.
E questa non è la prima presa di posizione pubblica relativa trattamenti non equi riservati ad antiche e rinomate istituzioni educative, che offrono un’istruzione di altissimo livello.
Basti ricordare la polemica sulle sovvenzioni o ancora l’emergenza pandemica che ha messo a dura prova la tenuta del sistema, con le note difficoltà nel pagamento delle rette.
Ora, sulle scuole paritarie pubbliche, piove anche la tegola delle mancate vaccinazioni.
«Oltre 15 giorni fa – sottolinea don Dessì – abbiamo inviato, come Tavolo di coordinamento, una richiesta esplicita all’assessorato alla Sanità e agli organi competenti, perché potessimo essere inseriti nel piano vaccinale, così come previsto dalla legge.
Siamo anche noi cittadini italiani e docenti e apprezziamo l’idea che si sia proceduto entro i primi mesi dell’anno a somministrare le dosi di vaccino a chi fa parte del variegato mondo della scuola.
Ma fatichiamo davvero a capire i motivi che hanno portato a escluderci dal calendario di somministrazione delle dosi».
L’auspicio è che arrivi dagli organi competenti una pronta risposta e che anche alle scuole paritarie pubbliche sia garantita quell’equità che spetta di diritto.
Ma lo stop imposto alle fiale prodotte dagli anglosvedesi di Astrazeneca comporterà inevitabilmente ritardi proprio nella somministrazione alle scuole.
I doverosi accertamenti, alla luce di alcuni fatti di cronaca, hanno portato diversi Paesi a sospendere precauzionalmente le iniezioni del siero.
E questo non farà altro che causare ulteriori ritardi nella campagna vaccinale predisposta dalla Regione.
Sulla carta la Giunta parla di accelerazione, con l’apertura già annunciata di ulteriori strutture da un capo all’altro nell’Isola, ma i dati, di settimana in settimana, rivelano che la Sardegna continua a essere il fanalino di coda tra le regioni, con somministrazioni che si collocano ben al di sotto, intorno ai 20 punti, della media nazionale.
Un dato non lusinghiero che, si spera, con la primavera possa essere superato e si giunga presto a un riallineamento della Sardegna con il resto d’Italia.
Andrea Pala
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