Tre parole per l’estate dei Cre-Grest: intraprendenza, responsabilità e fede
Un vecchio adagio dell’arte retorica ci ricorda l’efficacia del principio delle tre cose da dire e ricordare: una è «indottrinamento», due sono un suggerimento incompleto e se sono quattro, sono già troppi elementi da ricordare. Quali tre parole dire per descrivere quest’estate così ricca di Cre-Grest nelle nostre parrocchie? Vogliamo sceglierne tre: intraprendenza, responsabilità e fede. Il triennio pastorale dedicato ai giovani che stiamo vivendo sta diventando un prezioso stimolo per tante parrocchie della nostra diocesi. Grazie al percorso condiviso dagli uffici pastorali diocesani diverse comunità si stanno impegnando per mettersi in ascolto dei tanti ragazzi che «abitano» i tradizionali percorsi formativi proposti dalle parrocchie, stanno riscoprendo i giovani come risorsa pastorale capace di animare il presente e costruire futuro per le tante generazioni di bambini che, con le loro famiglie, si avvicinano alla comunità cristiana inizialmente per ricevere i sacramenti e successivamente per scoprire una vita cristiana che si concretizza nell’impegno sociale e nel servizio al prossimo. È grazie alla fiducia, alla benevolenza, alla riscoperta del valore della formazione dei ragazzi che cresce l’intraprendenza pastorale dei nostri ragazzi. Da spettatori stanno diventando sempre più protagonisti e promotori di una vita di fede comunitaria. Sono proprio loro che, grazie all’aiuto e al sostegno di tanti laici, hanno preparato e stanno conducendo i tanti Cre-Grest «Perdiqua» delle nostre parrocchie. Sono i nostri ragazzi delle scuole superiori e i giovani ad aver preparato moduli di iscrizione, pubblicità, incontrato genitori e famiglie per promuovere i progetti, i contenuti e le finalità educative dell’estate ragazzi. Sono loro ad affrontare numerosissime riunione per organizzare giochi, accoglienza, momenti di spiritualità, di riflessione e preghiera, uscite, gite, pranzi o cene comunitarie e momenti di festa e incontro per tutte le famiglie dei bambini e dei ragazzi impegnati nei cre-grest. Un vero e proprio esercito di giovani animatori instancabili che non disdegnano di formarsi continuamente per capire sempre di più e sempre meglio come essere buoni testimoni e guide tra coetanei e per i più piccoli. Accanto alla parola «intraprendenza» troviamo anche la responsabilità. Sono molti i ragazzi che scelgono di svolgere il servizio di animazione del Cre-Grest, mentre tanti loro amici e compagni decidono di svagarsi e riposarsi dalle fatiche scolastiche, altrettanti giovani delle nostre comunità scelgono in libertà e con convinzione di svolgere un servizio e di cercare di essere all’altezza dell’impegno preso. Vivendo il Cre-Grest gli animatori si assumono importanti responsabilità nei confronti della comunità, dei coetanei e dei genitori che affidano i propri figli all’oratorio. Questo grande sforzo vissuto con generosità e dedizione ha un valore educativo inestimabile perché diventa un momento di crescita personale o comunque una grande occasione per far riflettere i ragazzi. La terza parola, ultima non per importanza ma perché rappresenta indubbiamente l’apice di tutto è proprio la parola Fede. Non si può portare avanti nessun impegno e non si può essere all’altezza delle grandi responsabilità richieste se non si crede profondamente in quello che si fa. L’esperienza dell’oratorio estivo si trasforma ogni giorno in una grande scuola dove imparare il valore della coerenza e accogliere la grande missione che Gesù ci chiede di vivere nel Vangelo: essere un dono per gli altri e accogliere gli altri come un dono.
Alberto Pistolesi
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