Suelli: un Triduo Santo vissuto in intimità Nel centro della Trexenta ci si prepara alla Pasqua
La parrocchia San Pietro Apostolo di Suelli vive, come tutti, questo momento di emergenza ma da parte dei fedeli prevale l’ottimismo dello spirito.
Alcune catechiste, con la settimana Santa alle porte, percepiscono il peso della giusta imposizione «restate a casa».
Dalle loro parole emerge la netta sensazione che, quest’anno più che mai, la Passione di Cristo viene vissuta in modo più intimo e profondo ma con la gioia nel cuore, malgrado l’attuale triste situazione dell’intera umanità.
Ma nella comunità suellese gli abitanti sentono la vicinanza di don Michele, attraverso le nuove e vecchie tecnologie.
C’è chi apprezza l’utilizzo delle amplificazioni con trombe poste sul campanile, una bella iniziativa che gli permetterà di raggiungere chi non ha dimestichezza con i mezzi di comunicazione moderni.
È rinata la preghiera in casa, con un desiderio profondo di appartenenza; c’è chi, al solo al pensiero di non poter ricevere Gesù sacramentalmente e di non partecipare alla Via Crucis, sostiene di aver provato infinita tristezza e quasi un motivo di pianto amaro.
Nello stesso modo, prevale l’attesa gioiosa, fino a quando tutto sarà finito e allora la prima cosa da fare sarà quella di ringraziare il Signore Risorto in un’atmosfera di festa ancor più intensa.
Anche le suore manzelliane della comunità alloggio e con gli ospiti della struttura protetta, una cinquantina in tutto fra operatori e anziani, vivono nella fede questo momento di prova attraverso la messa quotidiana tramite i social e la preghiera durante la settimana. Per le religiose la privazione più forte è quella della Messa ma la preoccupazione più grande, per la salute degli ospiti.
La gioia che questa grande festa di Risurrezione infonde, non può e non dev’essere oscurata dai momenti di vuoto e malinconia che inevitabilmente sentiremo per la distanza da familiari, amici e persone care con cui condividere la gioia.
Giovanni Contu
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