Entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là Domenica di Pasqua (Anno A)
Dal Vangelo secondo Giovanni
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Commento a cura di Mario Farrugia
«Beato sei anche tu, sepolcro unico, poiché da te si è sorto l’Unico, la Luce! In te venne sconfitta la morte arrogante, giacché in te il Morto-Vivente l’ha cacciata via».
Così a metà del IV secolo benediceva la tomba vuota il Diacono Sant’Efrem il Siro.
Scriveva l’VIII Inno al Crocifisso dopo che la sua città – Nisibi – fu assediata per la terza volta in dodici anni dal potente esercito persiano.
Misero il corpo di Gesù in una tomba. Rotolata la pietra e chiusa la sua avventura terrena, non c’era d’attendere altro. Chi mai pensava all’incontenibile Nuovo di Dio?
Senza spiccicare una parola, il Vangelo ci colloca a Risurrezione avvenuta davanti alla tomba vuota, ai teli e al sudario inutili, e a tre discepoli smarriti, turbati e disorientati.
“Era ancora buio” (v1): Maria non doveva starci. Lontana dalla sua Màgdala avrebbe dovuto farsi accompagnare.
Dopo il funesto canto del gallo Pietro sparì (Gv 18,27) e il Discepolo “che Gesù amava” accolse Maria, madre di Gesù (19,27).
Come mai Maria quella mattina li trovò …. insieme?
Maria – chiusa com’era nelle tenebre della non-fede, dell’assenza di Dio – prima pensò al ‘furto’.
I due apostoli – andando di venerdì ciascuno per la sua – due giorni dopo percorsero la stessa via verso un obiettivo condiviso. Fu un altro scherzo del Signore invisibile? I tre – Maria, Pietro e il Discepolo – dovettero oltrepassare la ‘tomba di morte’ verso la liberazione alla Vita.
Il traguardo era uno, la tomba; ma la diversità dei tre ci apre alla grande sfida del credere! Aldilà di individualismi, orientamenti, ottiche, e opinioni, la via della fede è una e condivisa. Ci fa andare oltre i segni … incontro al Risorto.
L’unico a farcela quella mattina è il Discepolo «che Gesù amava». Corse con Pietro vincendo in velocità: eppure fece entrare Pietro.
Voleva ancora digerire la vista di quei teli e quel sudario inutili? La fede esige comprensione e ci scaraventa verso la scommessa del cuore.
Quel Discepolo entrò, vide (o ri-vide!) e credette. La fede fa scorgere ben più degli occhi. Il cuore che sa guardare oltre e lo desidera lo fa per davvero.
Pietro faticava ancora: vide e non comprese. Scrutava con gli occhi, non con il cuore.
La prima alla tomba, Maria, è l’ultima a comprendere. Il suo era un cuore acciecato da un dolore insuperabile. Necessitava che il richiamo del Risorto penetrasse le difese del suo cuore ferito.
Eppure i tre formano la prima linea di testimoni della Risurrezione, la novità che Dio dona all’umanità.
Come loro, oggi siamo noi in prima linea: ognuno con il suo carattere o punto di vista, la sua disposizione e storia. I lunghi giorni chiusi in casa (per il Covid-19) non ci fa vedere molto; reagiamo come possiamo. Anche il nostro è un cammino segnato dalla morte ma orientato verso il Signore della Vita.
Nel messaggio per la Settimana Santa (3-4-2020), papa Francesco dice: «In Gesù risorto, la vita ha vinto la morte. Questa fede pasquale nutre la nostra speranza. … È la speranza di un tempo migliore, in cui essere migliori noi, finalmente liberati dal male e da questa pandemia. È una speranza: la speranza non delude; non è un’illusione, è una speranza».
Celebrando le Palme, aggiunge: «La via del servizio è la via vincente, che ci ha salvati e che ci salva, ci salva la vita»
Efrem intercalò ancora: «Ma il Sepolto-Vivente risuscita da un giardino e risolleva colui che cadde in un giardino [Adamo] … [e] al banchetto nuziale … lo introduce in gloria!».
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