Dalla comunità di Elmas le mascherine per gli ospedali L'iniziativa delle suore Somasche coinvolge le giovani ospiti
Carissimi lettori e lettrici de «Il Portico», vi scriviamo un breve aggiornamento sulle nostre attività a «Casa Emmaus», al «BorgoTreMani» e presso il carcere minorile ai tempi del Coronavirus.
Come tutti siamo alle prese con le difficoltà legate alle restrizioni del Governo, quindi stiamo vivendo le stesse difficoltà delle famiglie italiane ovvero del repentino cambio di stile di vita.
Naturalmente per noi questo rappresenta qualche complessità in più: le restrizioni del Governo a tutela di tutti, hanno portato all’interruzione delle minori accolte in comunità dei rientri in famiglia.
Le ragazze in questo momento possono sentire e vedere i genitori solo tramite videochiamate.
Dall’altra parte le nostre ragazze sono un po’ più fortunate delle loro coetanee perché hanno la possibilità di vivere questo momento non da isolate ma in «cricca»: tra ragazze suore e dipendenti che ruotano ogni giorno siamo 25 a tavola.
In un periodo di forte isolamento questo è un grande vantaggio.
Un altro vantaggio è dato dall’aver spazi ampi e spazi all’aperto oltre a vivere in campagna.
Tutti elementi che ci permettono di allargare lo spazio personale.
Rispetto all’emergenza coronavirus ci stiamo attendendo alle disposizioni del governo e stiamo cercando di fare la nostra parte come fare la spesa ogni due settimane e ridurre al minimo le uscite seppur per esigenze di servizio.
Abbiamo la «fortuna» di vivere in una struttura con ampi spazi sia interni che esterni. Questo ci permette di garantire ampi spazi personali alle ragazze.
Avendo il giardino e vivendo in campagna ci possiamo permettere il lusso di stare all’area aperta e di fare passeggiate nella campagna circostante abbondantemente deserta.
La situazione dei ragazzi e della ragazze che frequentano il «BorgoTreMani» è un po’ più complessa.
Essendo un centro semi-residenziale, non abbiamo potuto tenerlo aperto. Stiamo cercando di seguire i ragazzi e le ragazze a distanza con i mezzi informatici a disposizione.
Abbiamo anche organizzato la didattica a distanza: abbiamo comprato dei pc portatili, da dare ad alcuni ragazzi che ne sono privi, in modo da poter fare delle lezioni in gruppo via skype.
Per i genitori e ragazzi stiamo assicurando anche le terapie con video-chiamate con le psicologhe e gli operatori, alcuni dei quali stanno lavorando da casa per mantenere i contatti telefonici quotidiani con ognuno di loro.
La nota più dolente è legata alla nostra esperienza presso il carcere minorile.
Per queste due settimane abbiamo dovuto interrompere il laboratorio di falegnameria interno all’ipm.
Per loro l’interruzione delle visite dei familiari e la riduzione al minimo delle attività interne all’istituto sta rappresentando una criticità importante. Ci stiamo organizzando per riprendere le attività nel rispetto delle restrizioni e della tutela dell’operatore e dei ragazzi dell’istituto.
Alcuni giorni fa due medici volontari della nostra struttura che lavorano in due Pronto soccorso ci hanno chiesto di fare delle mascherine per il personale medico e paramedico, perché sono privi di qualsiasi disposizione protettivo.
Suor Sonia e suor Rosa hanno avviato subito il laboratorio di taglio e cucito con le ragazze per «produrre» le mascherine.
Un gesto che contribuisce allo sviluppo di una cittadinanza attiva e responsabile.
Le responsabili della Comunità
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