Gli aspetti liturgici dell’Amoris Laetitia nelle nozze e nella vita liturgica familiare
«Possa tu vedere i figli dei tuoi figli!». È un verso del salmo 128, che fa parte della liturgia nuziale ed è ripreso da Papa Francesco nelle prime pagine dell’esortazione apostolica «Amoris lætitia» sull’amore nella famiglia, firmata lo scorso 19 marzo, non a caso il giorno della solennità di San Giuseppe. Quasi nulla si è parlato degli aspetti liturgici di questo documento. Sono poche pagine in verità, che però offrono interessanti prospettive per la celebrazione delle nozze e la vita liturgica nella famiglia, soprattutto nei momenti cruciali della preparazione al matrimonio e i primi tempi della vita coniugale. Una Messa nuziale vissuta dagli sposi come una preghiera e un incontro con il Signore non nasce per caso, ma è frutto di una preparazione curata insieme con il sacerdote e l’équipe della formazione al matrimonio. Scrive il Papa: «Nella preparazione più immediata è importante illuminare gli sposi perché vivano con grande profondità la celebrazione liturgica, aiutandoli a comprendere e a vivere il senso di ciascun gesto» (n. 213). Tutti i riti della celebrazione nuziale esprimono nel linguaggio dei simboli la vita comune che gli sposi in quel momento stanno costruendo con la benedizione del Signore. Per esempio le mani che si uniscono quando si pronunciano le parole del consenso sono le due vite che si incontrano, le due persone che si congiungono per essere «un’unica carne», per usare le parole della Genesi. E poi la mano del sacerdote o diacono che si posa sopra le mani unite degli sposi è la mano di Dio che salda la comunione tra uomo e donna. Continua l’Amoris lætitia: «Si può anche meditare con le letture bibliche, e arricchire la comprensione del significato degli anelli che ci si dona a vicenda, o di altri segni che fanno parte del rito» (n. 216).
Nei giorni che precedono le nozze gli sposi sono di solito assorbiti dalle tante cose da preparare. Papa Francesco richiama all’importanza della preghiera anche e soprattutto in questi giorni così intensi, perché gli sposi si concentrino nel cuore del sacramento che stanno per celebrare: «Ma non sarebbe bene che arrivino al matrimonio senza aver pregato insieme, l’uno per l’altro, chiedendo aiuto a Dio per essere fedeli e generosi, domandando insieme a Dio che cosa Lui si aspetta da loro, e anche consacrando il loro amore davanti a un’immagine di Maria. Coloro che li accompagnano nella preparazione al matrimonio dovrebbero orientarli in modo che sappiano vivere questi momenti di preghiera che possono fare loro molto bene» (n. 216).
Per i primi anni della vita matrimoniale il Papa raccomanda un accompagnamento pastorale dei giovani coniugi «per arricchire e approfondire la decisione consapevole e libera di appartenersi e di amarsi sino alla fine» (n. 217). Tra le altre risorse segnala la preghiera in famiglia e nella comunità parrocchiale: «Va sottolineata l’importanza della spiritualità familiare, della preghiera e della partecipazione all’Eucaristia domenicale. Liturgie, pratiche devozionali ed Eucaristie celebrate per le famiglie, soprattutto nell’anniversario del matrimonio, sono state menzionate come vitali per favorire l’evangelizzazione attraverso la famiglia» (n. 223). «Ma non bisogna dimenticare di invitare a creare spazi settimanali di preghiera familiare, perché la famiglia che prega unita resta unita» (n. 227).
Fabio Trudu
© Copyright Il Portico