L’impresa sociale è un segno di speranza Presentata in Seminario l'iniziativa nata dalla Caritas diocesana
In un quadro economico e occupazionale tutt’altro che idilliaco la notizia della nascita di una nuova impresa è segno di speranza. «Lavoro Insieme Impresa sociale», è il nome scelto per la nuova iniziativa della Caritas diocesana, che nasce però in una realtà nella quale i dati non sono confortanti.
«Il primo elemento – ha detto l’economista Vittorio Pelligra – è di carattere demografico. I vecchi vivono più a lungo, nascono meno bambini mentre cresce l’età media». C’è poi il dato relativo alla crisi in Sardegna e il tasso di disoccupazione. «I giovani disoccupati – ha specificato il professore – sono il vero dramma dell’Isola. Nel 2017 un giovane su due non riusciva a trovare lavoro. I settori nei quali si registrano incrementi di occupati sono l’agricoltura e il commercio. Tra le cooperative non profit la Sardegna raggiunge buoni risultati. Maglia nera invece al settore dell’alta tecnologia, che ha un alto valore aggiunto ed è capace di dare migliori prospettive per il futuro».
Un ulteriore dato sul quale Pelligra si è soffermato è il capitale umano. «Il tasso di abbandono scolastico – ha affermato – è troppo alto, così come la qualità delle competenze registra punteggi molto bassi».
I giovani sono quindi meno preparati e faranno più fatica a trovare lavoro, perché privi di adeguate competenze. Gli investimenti in capitale umano possono essere il volano per uscire dalla crisi. Il Centro d’ascolto giovanile, che nasce insieme all’Impresa sociale, ha tra le sue competenze l’orientamento dei giovani al mercato del lavoro, un elemento importante.
«I segnali che abbiamo – ha concluso Pelligra – ci dicono che manca la fiducia pubblica. Per questo prima di realizzare un’impresa occorre che ci sia un ambiente ad alta intensità di fiducia».
Fondazione «Caritas San Saturnino», fondazione «Sant’Ignazio da Laconi» e associazione di volontariato della Caritas «Beata Suor Giuseppina Nicoli» sono i soggetti che hanno voluto questa impresa.
«Lo spunto per questa iniziativa – ha detto Franco Manca, presidente di “Lavoriamo insieme” – è giunto dalla Settimana sociale, celebrata in città oltre un anno fa, e che aveva al centro il tema del lavoro. La Settimana sociale ci ha obbligato a cambiare prospettiva riguardo al tema del lavoro, concetto mutato negli ultimi anni. Sono tanti i cambiamenti introdotti, alcuni hanno portato a delle storture, come quella che si possa vivere bene senza lavorare».
In realtà le cose non stanno così. «Il nostro punto di vista – ha proseguito Manca – è che il lavoro e la produzione sono azioni collettive, di cooperazione, di solidarietà dall’enorme valore sociale. Il lavoro è il primo mattone della comunità umana».
L’impresa sociale «Lavoriamo insieme» e il Centro d’ascolto rivolto ai giovani hanno un orientamento anche sul mercato del lavoro e possono essere la risposta alle nuove esigenze di mercato.
Roberto Comparetti
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