A Sestu il 39mo anno della Scuola catechisti Inaugurato venerdì alla presenza dell'arcivescovo
La formula è oramai collaudata. Da 39 anni a Sestu la Scuola di formazione per catechisti si snoda in appuntamenti settimanali di un’ora dalle 19 alle 20 nella parrocchia di san Giorgio.
La Scuola per catechisti ha aperto le attività venerdì scorso con la consueta celebrazione, presieduta dall’Arcivescovo, seguita dalla consegna dei diplomi ai corsisti che hanno terminato il percorso formativo.
Nel corso della celebrazione monsignor Miglio all’omelia ha messo in evidenza alcuni elementi scaturiti dalla Liturgia della Parola. «Questi brani – ha esordito – ci mostrano come anche nei primi tempi le comunità fossero divise e le persone in grado di creare fratture agissero senza problemi, nonostante quelle stesse comunità avessero tra loro gli apostoli, come san Giovanni che ha scritto la Lettera. In quelle comunità, come nelle nostre, c’è chi mette in dubbio la fede, dei piccoli e dei grandi». «Questa prima lettura – ha specificato Miglio – ci consegna una parola: discernimento, la capacità di saper distinguere ciò che è buono da ciò che non lo è. Significa imparare a ragionare, a non farsi incantare da chi parla meglio, da chi si presenta bene e sembra convincente».
Da qui ne consegue il mandato per i catechisti. «Aiutare – ha detto l’Arcivescovo – a fare discernimento, a saper distinguere ciò che merita da ciò che invece va tralasciato, per capire quale sia la vera strada proposta da Gesù».
Da parte dell’Arcivescovo poi la constatazione che le divisioni e le tensioni all’interno della Chiesa erano presenti venti secoli fa e lo sono anche oggi «quindi – ha aggiunto – nessuno scandalo».
Altro elemento che è emerso dalla lettura del Vangelo è la provvisorietà. «Il racconto di Luca – ha precisato l’Arcivescovo – ci ha indicato la provvisorietà come elemento che dovrebbe caratterizzare il nostro modo di agire: il Vangelo ci spinge a modificare le nostre usanze, a non rimanere fermi a ciò che siamo oggi ma, se ci venisse chiesto, a metterci nella disposizione di trovare altre strade. La provvisorietà che il Vangelo ci indica è parente stretta dell’altra parola, discernimento. Dalla capacità di saper scegliere a quella di saper cambiare e ad adattarsi, se fosse necessario. Ai ragazzi e ai bambini del catechismo dobbiamo indicare queste due parole: discernimento e provvisorietà. Saranno utili per la loro crescita spirituale».
Al termine della Messa la cerimonia di consegna dei diplomi seguita dalla presentazione del corso le cui lezioni sono iniziate lunedì.
A guidarle il biblista, Michele Antonio Corona, sul tema «Gesù Cristo Messia e Salvatore. Conoscere la Persona di Gesù attraverso la lettura e il commento di alcuni brani della Sacra Scrittura presenti nei catechismi Cei».
Per il parroco, don Onofrio Serra, quello 2018/2019 sarà il 31 anno di corso.«Un traguardo importante – ha detto – per l’iniziativa che mi auguro possa proseguire ancora per molti anni. Non sono tempi facili per i catechisti ma la formazione deve rimanere prioritaria».
Il diacono Franco Usai, che coordina il corso, ha invitato tutti al massimo impegno per la frequenza.
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